I giorni di riposo sono quasi sempre i peggiori. Ieri c’è
stata l’assemblea generale in piazza per elaborare visioni e precedenti dei
NeuroMondiali. Il piccolo infante a rappresentare la moralità, l’Amado dalla
parte delle regole nuove e vecchie che ha studiato al volo, la Sciura in nome
delle donne e il Blondeonblonde come portavoce dei giocatori e del gioco
stesso. Moderatore, il Secretario, ovvio.
Infante: “Solo la difesa accanita dei valori sportivi e
amatoriali del giuoco del calcio…”
Blondeonblonde: “Bla bla bla!”
Secretario: “Per favore, non parliamoci sopra e non
deridiamo le opinioni.”
Infante che prosegue: “…Non potevamo recedere dai principi
di uguaglianza e libertà, che stanno volteggiando splendenti sui cieli del
nostro Mondiale. Ecco.”
Dal pubblico: “Già sentita!”
Il momento di imbarazzo è servito alla Sciura per ribadire
la prosecuzione dello sciopero femminile e alla Blattera di prendersi il suo
infante e riportarlo a casa.
Allora lì è intervenuto il Blondeonblonde con il tempismo
che ne ha contraddistinto tutta la carriera di calciatore e assicuratore: “Il
calcio è tutto un inganno che si manifesta con le sue pause, le finte di corpo,
le proteste, le perdite di tempo. La partita è una teoria di pensieri su come
fregare gli avversari, come fermare l’orologio se si perde o ad accelerarlo se
si vince. Si fingono ferimenti, si nascondono trattenute, si assumono arie da
cherubini, si fanno facce truci, si prega l’arbitro (ora l’avremo anche noi) e
si protesta, specialmente a vuoto tanto per irritare. Il calcio è un teatro
simulato, ma vero nelle sue inesattezze, una recita senza copione con miriadi
di improvvisazioni; è lo scatenare reazioni senza sapere dove si va a finire,
la bellezza dell’ignoto incontrollabile. Si mente spudoratamente sui tocchi di
mano e sulle parolacce (non sono stato io, frase di culto). Un dribbling è come
dire a qualcuno “Oh, guarda là” e poi scappare via con la refurtiva. Un tiro di
rigore è un duello di sguardi che io lo so che tu sai, ma io so che tu sai che
io so e così via. Sgambetti, gomitate, palloni buttati nei fiumi e nei campi.
Con l’ansia perenne di sapere che dopo novanta minuti tutto finirà, e quindi la
bellezza di dover fare senza fermarsi mai. Anche le interruzioni sono gioco,
sono immaginazione, sono rigenerazione. Il calcio è come la vita, che senso
avrebbe se non sapessimo di morire? Una pigrizia incosciente, una noia non
cercata. Invece la partita finisce, come la vita, e noi andiamo in paradiso o
all’inferno, certi però di esserci divertiti a ingannare, a fregare, a creare,
a provare cose mai viste con la sublime arte del gioco. Che non è solo tecnica,
ma anche battaglia di nervi e astuzie. Voilà!”
C’è stato un momento spaventoso dove si sono sentiti i
respiri cadere a terra. Poi l’Amado ha alzato la bandierina della Parisienne e
tutti si sono lanciati come bisonti verso il Venturini che era arrivato col
carretto dei gelati.
Risultati
Predica e gelati
Oggi
Catmon – Vign (recupero)