Finalmente si è potuta recuperare la prima partita, rinviata
per le rimostranze delle donne e lo scoramento dei maschi. Catmon e Vign sono
contrade contigue, ma separate in tutto. Catmon è appena ai piedi delle
montagne e a loro si rivolge; Vign è una zona residenziale dove il mattone ha
sepolto l’uva. Là dove c’erano i vigneti ora c’è quasi una città. Sulle
montagne invece ancora vive l’antica tribù dei Creisci, con il culto del dio
fulmine e i riti oscuri della caccia.
Quindi, da una parte si presentano con divise di pelle
conciata, dall’altra con magliette che simulano lo smoking. Che finisca male è
più di un’ipotesi. Il campo, tra l’altro, è in bilico e sorretto a est da un
muro di sostegno di quelli fatte con le pietre dei prati; a ovest è subito
fitto di boschi di nocciòlo e attenzione a questo dettaglio.
Dopo dieci minuti i Vign sono passati in vantaggio con il
Marcelinho, uno che riesce a non sudare e non implode. Non ha esultato per
pigrizia. Da lì, la squadra in smoking simulato comincia con le buffonate, tipo
passarsi la palla davanti alla porta come si vede alla televisione. I Creisci
non hanno una tattica, durante l’anno fanno altro, tipo scannare caprioli e
rincorrere le loro femmine con preghiere a sfondo erotico. E quindi non vanno
in pressing.
Alla pausa l’Amado è un po’ giù, secondo il suo regolamento
non ci sono state infrazioni e si è sentito inutile. Il Secretario l’ha
incoraggiato e appena cominciato il secondo tempo, ebbro di zelo, ha punito il
Rolland dei Vign per aver opinato sul valore giuridico della regola dell’opsai
(che peraltro non conosce nessuno). L’Amado, offesissimo senza sapere bene
perché, ha concesso tre rigori ai Creisci. Il primo è andato a vuoto perché il
Valenzuano, Capo Creiscio, ha trafitto il pallone con un coltello di ossidiana;
il secondo, con una palla di stracci avvolta nel cellophane, l’ha calciato il
Valenzuetto con la punta del piede nudo e ha sfondato la rete. Il terzo rigore
non è stato battuto per una clamorosa retromarcia dell’Amado che si è ricordato
di avere una mezza morosa nei Vign e ha indicato il centrocampo.
A quel punto si è scatenata una rivolta a colpi di frasche
di nocciolo, le porte sono sparite e il Secretario e andato a prendere il
piccolo infante per sbrogliare l’infuocata matassa.
“Orbene, signori, foste voi fatti a viver come bruti?”
“Beh, sì” ha risposto il Valenzuano.
L’incertezza è calata sul campo e allora l’Amado ha deciso
che il tempo era scaduto e ha fischiato la fine, tanto non se ne usciva. I
residenziali sono tornati a casa a mangiare tonno e yoghurt, i Creisci hanno
fatto fuori sul posto due volpi e una faina, in segno di disapprovazione
generica sulla civiltà.
Di notte un fulmine ha incenerito un acero giapponese nel
giardino del Marcelinho, ma lui neanche si è svegliato. Per oggi, a quanto
pare, è convocato il comitato d’emergenza e sono attese sanzioni non da poco.
Ieri
Catmon – Vign 1-1
Oggi
Giornata di emergenza