Janny Sikazwe è per
distacco il direttore di gara più chiacchierato degli ultimi anni. Di seguito
un rapido riepilogo degli episodi più rilevanti che lo hanno visto protagonista:
nel 2018 il fischietto zambiano fu sospeso per corruzione, mentre a gennaio
2022, durante la Coppa d’Africa, fischiò per due volte la fine anticipata della
partita tra Tunisia e Mali. La prima, al minuto 85. La seconda, dopo aver fatto
riprendere il gioco, al minuto 89. Fu così costretto a uscire dallo stadio scortato
dalla polizia, per recarsi in seguito al pronto soccorso per una sospetta
insolazione. Qualche giorno dopo arrivò la sua dichiarazione, tra il mistico e
l’irrazionale: “Ero confuso, in quel momento non mi rendevo conto di nulla.
Potevo finire in coma, invece Dio mi ha detto di fischiare la fine della
partita. Mi ha salvato”.
Il Mondiale è un
evento globale e – giustamente – tutte le federazioni devono avere la
possibilità di parteciparvi. A livello arbitrale, la scelta spetta in primo
luogo alle varie federazioni, che hanno il compito di inviare al capo degli
arbitri FIFA Collina una lista contenente i nomi dei fischietti più esperti e
affidabili di ciascun continente. Ecco, in questa lista la confederazione
africana ha inserito anche Sikazwe.
L’ex arbitro italiano
l’ha quindi aggiunto alla lista dei 35, designandolo per una partita sulla
carta a senso unico come Belgio-Canada. E fino a qui si potrebbe chiudere un
occhio. Ma per quale ragione Collina ha deciso di affiancare all’inaffidabile Sikazwe
un guardialinee della Federazione di Angola e l’altro del Mozambico? Ma
soprattutto, perché al VAR è stato scelto il venezuelano Soto Arévalo? Con
tutto il rispetto per queste federazioni, Collina non poteva optare per un
quartetto con maggiore esperienza internazionale, quanto meno in sala VAR?
Se lo staranno
chiedendo sicuramente i canadesi, a cui non sono stati fischiati due rigori
solari. E se lo starà chiedendo anche lo stesso Collina, pizzicato più volte
dalle telecamere con un’espressione decisamente sconcertata. Una vera e propria
figuraccia collettiva in mondovisione.