CALCIO
"Ho incontrato i potenziali investitori..."
Bruno Arrigoni, sindaco di Chiasso, parla della situazione difficile del club di confine
Pubblicato il 29.11.2022 09:10
di L.S.
I giorni passano, il tempo stringe. A Chiasso i tifosi sono con il fiato sospeso.
La scorsa settimana la proprietà ha pagato parte degli stipendi, ma il lavoro da fare è ancora tanto.
Lo spettro del fallimento aleggia in maniera drammatica sul club di confine.
Anche la politica è in ansia, soprattutto chi è tifoso dei colori rossoblù, come il sindaco Bruno Arrigoni.
Sindaco, come sta vivendo questo periodo?
“Non è un momento facile per chi è tifoso del Chiasso, anche perché stiamo parlando di una società gloriosa con alle spalle una grande storia”.
È vero che Lei ha incontrato alcuni potenziali investitori?
“Sì, è vero, ho parlato soprattutto con una persona, un italiano attivo da anni sul territorio, che ha dimostrato interesse per il FC Chiasso. Con lui ci sarebbero un paio di altre persone che stanno valutando in maniera approfondita la situazione economica del club. Poi so che c’è anche una cordata straniera, anche quella con interessi in Svizzera, che sta cercando di capire come poter intervenire”.
Ottimista?
“Direi piuttosto speranzoso, anche se il tempo stringe. Sarebbe importante che uno di questi gruppi riuscisse a portare presto delle garanzie per spingere il pretore a concedere ancora un po’ di tempo al club. Credo che nessuno abbia interesse a far fallire il FC Chiasso”.
Anche il Comune è dovuto intervenire con un precetto esecutivo nei confronti del club: non si poteva evitare questo passo?
“Io sono sindaco e tifoso, così come lo è anche Lurati, ex presidente e municipale. Abbiamo cercato di tenere la situazione sotto controllo in questi anni ma quando è stata superata la soglia dei 100 mila franchi di debiti abbiamo dovuto intervenire. Abbiamo una responsabilità verso il Comune. Siamo ovviamente pronti ad ascoltare un piano di rientro: ci basterebbe anche un piccolo gesto, che però finora non è arrivato. A dire la verità il debito risale soprattutto alla gestione precedente: con la nuova proprietà avevamo stabilito un piano di rientro, che però, dopo la prima rata, si è fermato”.
Intanto la convenzione stipulata tra FC Chiasso SA, Associazione e Comune per l’utilizzo del Riva IV scade a fine anno: dopo cosa succederà?
“È ancora presto per dirlo. Noi abbiamo dato la disdetta e c’è la possibilità che la SA del Chiasso, ossia la prima squadra, non possa più giocare allo stadio. Ovviamente questa sarebbe una misura estrema che oltretutto non andrebbe a toccare il settore giovanile. Speriamo ovviamente di non dover arrivare a tanto”.
Dei nuovi proprietari, soprattutto del signor Pillisio, amministratore unico, cosa sapete?
“Ci siamo incontrati in un’occasione e ci siamo parlati altre due o tre volte al telefono. Abbiamo sempre ricevuto delle rassicurazioni”.
E Nicola Bignotti?
“È la persona di riferimento, quella che sta cercando di fare il possibile per salvare il Chiasso. In questi anni ho sempre parlato con lui e onestamente non ho nulla da rinfacciargli. È lui che ci mette la faccia, che si prende le critiche, ma è anche quello che in questi anni ha fatto di tutto per salvare il club”.
I tifosi intanto sono preoccupati:
“È normale che lo siano, lo siamo tutti. Purtroppo ciò che preoccupa di più, oltre alla posizione debitoria, è la mancanza di una struttura all’interno del club, non c’è stata una campagna abbonamenti e le entrate sono sempre state gratuite. Si è notato uno scollamento tra la proprietà e il territorio e questa non è certo una buona notizia”.
Ha già pensato all’ipotesi peggiore, quella del fallimento?
“È una cosa a cui non voglio pensare, anche perché se si dovesse ripartire dalla Quinta Lega sarebbe davvero eccessivo. A mio parere bisognerebbe poter ripartire dalla Seconda Lega, come fatto con il Bellinzona e non come successo con il Locarno, che è ripartito dall’ultima categoria”.
Si potrebbe pensare a una fusione?
“Sì, è una situazione possibile, anche se poi bisognerebbe capire con chi farla questa fusione. Ma per il momento non voglio pensarci”.
(Foto Zocchetti)