CALCIO
Il futuro non può essere immaginato
Federico Gentile è convinto che sul campo il Chiasso farà sognare
Pubblicato il 30.11.2022 07:27
di Enrico Lafranchi
Nome e cognome: Federico Gentile. Garbato e cordiale il capitano si mette volentieri a disposizione. Non c’è il capo stampa Flavio Beretta (indisposto, auguri di pronta guarigione), l’intervista diventa una corsa a ostacoli a causa dell'atteggiamento di uno dello staff, il team manager, così ci è stato detto, arrivato a Chiasso da poco. Volevo parlare anche con Tirapelle (un piacere vederlo su di giri), noi due ci conosciamo sin dai tempi in cui segnava reti a grappoli per i rossoblù (pressoché da 30 anni). Gigi era lì a mezzo metro, niente da fare. Mi è stato risposto: “A dire chi può intervistare sono io, non lei” (sic!). Pazienza, urge comprensione. 
Gentile è la “voce ufficiale” del Chiasso di Ninni Corda. Lucido e talentuoso in campo, un campione del pallone (Spal, Como, Foggia), prima di andare sotto la doccia si ferma a parlare, separatamente, con Paola e chi scrive. Dopo un lungo e brillante percorso calcistico (gli è sempre piaciuto tenere la valigia a portata di mano) è iniziata per lui una nuova avventura: con i rossoblù, una maglia senza tempo che gli sta benissimo sulle spalle.
Fede, come sei arrivato a Chiasso? 
“È successo che dopo vari ‘giri’ in Italia mi ha chiamato il direttore Corda. Con Ninni avevo già lavorato assieme facendo grandi risultati”.
Gentile di nome, un po’ meno sul campo… Vero o sono ‘cattiverie’ giornalistiche? 
Abbozza un sorriso. “No no, è assolutamente vero. Sono ‘fastidioso’ prima di tutto con me stesso, ma anche per la mia famiglia e per le persone che mi sono vicine. Sono uno che pretende sempre il massimo. Fa parte un po’ della mia figura, della mia indole, i ragazzi lo sanno. Difatti li ho “massacrati” sin da quando sono arrivato in luglio… Ma quando vedi che i consigli che gli dai sono ascoltati, apprezzati e seguiti è qualcosa di grande”.
Sei subito diventato il leader della squadra: 
“Mi lusinga sentirmelo dire, sicuramente sono il più vecchio… (non sta scherzando, ndr). Dai, siamo un po’ tutti dei leader!”.
Grande volontà, grande temperamento e carattere:
“Nei momenti di difficoltà dobbiamo essere uniti e darci una mano. Nonostante i tanti giovani, diversi ragazzi non hanno mai fatto la categoria, questo Chiasso sta dimostrando tantissimo. Soprattutto a livello di valori umani. È fondamentale, anche se alla fine sono i punti che fanno la differenza. Comunque in classifica siamo messi bene, siamo la migliore difesa tra Promotion e Challenge (a parità di partite, 18 – ndr), in Super League abbiamo davanti solo Young Boys e Basilea (due gare giocate in meno, 16). Questo ci rende orgogliosissimi”.
A malincuore fuori dal campo si intravedono nubi minacciose: 
“Naturalmente speriamo di poter continuare questo viaggio affascinante. Ce la stiamo mettendo tutta, abbiamo dimostrato anche col Bulle che siamo capaci di giocarci sino alla fine la promozione”.
Guardare avanti con ottimismo è un segno indubbiamente positivo. Sei fiducioso sul futuro del FC Chiasso? 
“Per forza, diversamente sarebbe difficile trovare gli stimoli per andare avanti. Sono ottimista per natura. Chi ci segue avrà visto quanto di buono abbiamo costruito sino ad oggi. Io ci credo, mi auguro che la società si possa sistemare e noi tornare in campo nel girone di ritorno con rinnovata fame”.
Dieci e lode alla squadra:
“Vedo i ragazzi tutti i giorni in allenamento. Lavorano moltissimo, con un entusiasmo, una passione inesauribili. Gli abbiamo chiesto tantissimo, ci hanno risposto a tono. Posso solo ringraziarli. Stiamo parlando di un gruppo fantastico”.
Il tuo impatto con il calcio svizzero come è stato?
“Inizialmente mi sono trovato come un pesce fuor d’acqua… Il livello è molto alto, soprattutto dal punto di vista fisico-atletico. Le squadre sono organizzate molto bene. L’impatto a dire il vero è stato un po’ destabilizzante ma poi abbiamo preso le misure, abbiamo cominciato a studiare gli avversari e a praticare il nostro gioco”.
Come valuti la Promotion League? 
“A mio modo di vedere è la C italiana, togliendo le prime quattro o cinque squadre dei vari gironi di Lega Pro che sono magari di livello leggermente superiore. Però le altre ci possono stare benissimo in questo campionato”.
Gentile, 37 anni: esatto? 
“Sì, e 38 tra pochi mesi (il 27 gennaio, ndr)”.
Un ‘sempreverde’ che non intende mollare? 
“Beh, ci provo, mi tengo in forma. Cerco di dare una mano al Chiasso anche da un punto di vista tecnico. E continuo a studiare per il mio futuro. Fin che le gambe vanno si corre, poi avanti con i giovani…”.
Capitano e uomo di spogliatoio: 
“Un uomo che soprattutto rompe le scatole (altra bella risata…), che chiede tanto ai giovani (alcuni giocatori sfuggiti all’attenzione maniacale del TM gli battono le mani, ndr). C’è bisogno di questo, io se in carriera non ne avessi incontrato uno (di ‘rompiscatole’) probabilmente certe cose non le avrei mai capite”.
Il tuo ‘voto’, in ‘stile telegrafico’, sulla guida tecnica?  
“Mister Tirapelle e mister Cau sono persone eccezionali, vale anche per Victor (Rodriguez, preparatore atletico) e Lorenzo (Maddaloni, allenatore dei portieri). Tutti sempre a disposizione di tutti. Tanto di cappello!”.
Deluso per la disaffezione dei tifosi? 
“Beh, un po’ sì. Abbiamo sempre sperato di portarne di più, mi auguro che alla ripresa del campionato tutto si sistemi per il meglio e venga più gente a sostenerci dal momento che daremo l’anima per andare in Challenge League”.  
Entrato al Riva IV in punta di piedi, il centrocampista ex Seregno ha conquistato con grinta e modestia il cuore dei tifosi rossoblù. Tenace e grintoso sul campo (pur con qualche cartellino di troppo…), temperamento sanguigno fuori, Federico mette il cuore in ogni palla che gioca. Sentiremo ancora parlare a lungo di… capitan Gentile!