Giornata condizionata dai sentimenti,
incanalati malissimo dal Fickli, che a dispetto del nome vagamente tendenzioso e che
lui non si è scelto, ma gli è stato dato per genealogia, è innamorato di un altro
giovanotto che è partito per la Siberia.
“Vado da uno sciamano”, ha detto il
giovanotto. E il Fickli si è trovato senza risposte e senza sciamani a portata di mano. Poi
è sceso in campo con la maglia dei Campì e per dispetto, o disperazione, ha tentato un
autogol sullo 0-0, ma non gli è riuscito nemmeno quello. Ovviamente, nessuno sa dei
palpiti del suo cuore, altrimenti lo legano a un platano della piazza per sette anni.
Ma che qualcosa fosse rotto nella
giovane testa del Fickli l’ha capito il suo allenatore, il pragmatico Sertao, e l’ha tolto dal
campo. Mentre il Campì batteva lo squinternato Borgno di un Ottoni talmente fuori
forma da sdraiarsi fuori dalla porta per un capogiro interminabile, lasciando passare
quattro tiri senza neanche vederli. Non poteva essere sostituito perché, come nel primo
Novecento, la regola è che si può cambiare un giocatore solo se muore.
Mentre tutti, alla fine, si sono
diretti in piazza per sindacare su qualcosa a caso e poi bere fino a notte fonda, il Fickli era
già in viaggio per la Siberia senza un soldo ma guidato dal folle amore che supera le
montagne e le steppe.
In fondo, è una bella storia.
Ieri
Borgno Campì 0-4
Oggi
Zenturu - Vign