In una tranquilla serata di fine
novembre, un terremoto improvviso ha colpito la Juventus. Tutto il Consiglio di amministrazione si è
dimesso, e Andrea Agnelli non è più il presidente del club. La notizia è diventata ufficiale intorno
alle 22, quando alla Continassa è terminata la riunione straordinaria del Cda bianconero.
L’INCHIESTA – Il motivo che ha
portato a questa decisione, presa all'unanimità, deriva dal coinvolgimento nell'indagine Prisma per
falso in bilancio e dalle contestazioni della Consob. In sostanza, sono due i filoni
principali: il primo riguarda le plusvalenze fatte dal club negli
ultimi anni, l’altro invece interessa la
cosiddetta “manovra stipendi”. La parte più delicata è quest’ultima,
relativa al pagamento degli stipendi durante il periodo di stop a causa della pandemia. La manovra, che
prevedeva un dilazionamento degli ingaggi dei calciatori, secondo Consob e Procura di Torino è
stata portata avanti violando regole contabili. La Juventus aveva fatto sapere di aver
riscritto i bilanci delle ultime stagioni secondo quanto richiesto, ma continuando a sostenere
che avesse agito secondo le regole e la legge, e che i rilievi fossero errati. Come si legge nel
comunicato ufficiale uscito nella serata di ieri, però, “il
Consiglio di Amministrazione ha rilevato che si
tratta di profili complessivi relativi ad elementi di valutazione suscettibili di differenti
interpretazioni circa il trattamento contabile applicabile e ha
attentamente considerato i possibili trattamenti
alternativi”. In pratica, si è creata una profonda spaccatura interna, come ha confermato il
presidente Agnelli nella sua lettera di saluto.
IL CONGEDO – Agnelli ha salutato
tutti i suoi dipendenti con una lettera nella quale ha ricordato tutti i successi ottenuti dalla squadra
nei dodici anni di presidenza. In merito all’addio, l’ormai ex presidente ha spiegato che “Ovunque
siamo stati, quando la squadra era compatta non temevamo nessuno”, aggiungendo però che
“Quando la squadra non è compatta si presta il fianco agli avversari e questo può essere fatale.
In quel momento bisogna avere lucidità e contenere i danni”. Infine, la conferma della spaccatura:
“Stiamo affrontando un momento delicato societariamente e la compattezza è venuta meno. Meglio
lasciare tutti insieme dando la possibilità ad una nuova formazione di ribaltare quella
partita”.
LE NOVITA’ –Con le dimissioni di
tutti i membri del Cda, si apre quindi una nuova era nella storia della Juventus. Il primo passo ha
portato alla nomina di Maurizio Scanavino come nuovo direttore generale, incaricato per “rafforzare
il management della società”. In mattinata è invece arrivata la nomina del nuovo presidente: il numero
uno del club sarà Gianluca Ferrero, che attualmente ricopre la carica di sindaco effettivo
in Fenera Holding. Ferrero, molto vicino al gruppo Exor, è anche vicepresidente del Cda della
banca del Piemonte e componente del consiglio di amministrazione di Italia Independent
Group, Pygar e Lol Srl. Come riferisce Exor con un comunicato ufficiale, Ferrero “ha una
solida esperienza e le competenze tecniche necessarie, oltre a una genuina passione per il club
bianconero, che lo rendono la persona più adeguata a ricoprire l’incarico”. I tifosi sognano un ritorno in società
di leggende del club come Chiellini e Del Piero, che in serata ha aperto a un possibile ritorno a
Torino, ma è ancora presto per fare altri nomi. Bisognerà attendere il 18 gennaio 2023, quando è
stata convocata l’assemblea degli azionisti che dovrà approvare il nuovo Cda.