Un ribaltone clamoroso ha portato nella
serata di ieri alle dimissioni di tutto il consiglio di amministrazione della Juventus,
compreso il presidente Andrea Agnelli. La decisione, presa all’unanimità, sembra essere legata
al coinvolgimento nell’indagine Prisma per falso in bilancio e per contestazioni della Consob. L’ultima volta che a Torino accadde
un qualcosa di simile è ancora nella mente di tutti i tifosi bianconeri: era l’estate del 2006,
quella di Calciopoli. Ma adesso, è bene sottolinearlo, si parla di tutt’altro, perché al momento la
Juve sul campo non rischia nulla e la scelta del Cda sembra essere stata presa per riconsolidare a tutti
gli effetti la società, distinguendo i fattori extra campo con il calcio giocato. Nei prossimi giorni verranno resi noti
i membri del nuovo cda: si ripartirà senza un Agnelli a capo della Vecchia Signora, evento piuttosto
raro nella gloriosa storia bianconera.
Andrea, nel suo ruolo, ha sempre messo
tanta passione e grande senso di appartenenza. Ha inaugurato la sua avventura 12 anni fa
con il taglio del nastro dell’allora Juventus Stadium, la nuova casa che ha permesso ai
bianconeri di iniziare la striscia più vincente nella storia della
Serie A. Ha creato fin da subito una società
modello, con conti in crescita e un appeal sempre più europeo. Ha rialzato una Juve che
arrivava da due settimi posti consecutivi in campionato e scivoloni ai limiti dell’imbarazzo
nelle notti europee. Si è circondato di persone che conoscono il calcio, e insieme a loro ha realizzato
operazioni straordinarie sul mercato: tra i tanti, Barzagli, Pogba, Pirlo e Tevez. Nel luglio del
2018 ha realizzato “il colpo del secolo”, raggiungendo in prima persona CR7 nel suo resort greco per
chiudere un affare da oltre 100 milioni di euro. Le foto del brindisi con il fuoriclasse portoghese
e il suo procuratore Jorge Mendes sono ancora negli occhi di tutti.
In qualsiasi storia, però, si tende
sempre a ricordare l’ultimo periodo, che si è oggettivamente rivelato il più complesso. Con il
contraddittorio passaggio da Allegri a Allegri, che ha di fatto annullato le due stagioni con Sarri e
Pirlo al timone. E con qualche dubbio anche su cessioni, rinnovi e acquisti sbagliati. Nel JMuseum, però, resterà sempre il
presidente dei nove scudetti di fila, e questo record non glielo toglierà mai nessuno. Perché
quella tra Andrea Agnelli e la Juve è stata una storia di un grande amore. Terminata però con
l’epilogo più triste.