I Creisci non si sa come abbiano fatto a mantenersi così,
sfuggendo all’evoluzione. Darwin non li ha mai studiati. Ieri hanno composto al
completo la squadra del Catmon nella sfida coi contigui del Quartin. Scontro di
civiltà. Mentre tutto il mondo è andato avanti dominato dai Sapiens (oddio,
sarebbe un termine da riconsiderare), i Creisci si sono innestati nella
montagna, resistendo anche al nemico più terribile: la proprietà privata. In
questo caso il Patriziato, padrone di boschi e fiumi che voleva sfrattare e
civilizzare i Creisci. Che hanno fatto resistenza passiva, si sono fatti
scolarizzare e battezzare, ma poi sono andati avanti a fuggire di grotta in
spelonca con i loro riti dove matematica e religione finivano nei burroni, e il
Patriziato con la pepatencia in mano.
Il calcio, invece, è riuscito dove nessuno pensava: condurre
i Creisci a regole non loro. Si sono allenati per mesi su declivi e frane, con
un pallone regalato dalla Petrolchimica come gesto di solidarietà e per lavarsi
la coscienza.
Senza una tattica, hanno sconcertato quelli del Quartin che
si sono trovato di fronte una quindicina di tizi con le magliette di pelle
conciata che dribblavano sghembi e bassi come altrettanti Garrincha, zic e zac,
nascondendo il pallone e facendolo riapparire a un metro dalla porta, spesso
sbagliando per euforia l’ultimo tocco, ma segnando 23 reti che nemmeno si
possono descrivere. Ne hanno subiti sì una dozzina, forse 13, non si sa bene,
ma l’effetto allucinante delle movenze hanno permesso ai Creisci il
salvacondotto per tornare alle caverne e innalzare un falò immenso e
tambureggiare per i giorni a venire, di certo. Senza che il progresso potesse
fare nulla, con somma indignazione dei Sapiens più intolleranti e che invano si
appelleranno al disturbo della quiete pubblica e al rispetto degli orari,
figurarsi.
Follie di calendario in aggiunta: già oggi i Creisci saranno
in campo, se prima non brucia tutta la montagna.
Ieri
Catmon – Quartin 23-12
Oggi
Borgno – Risere
Zenturu - Catmon