QATAR 2022
Svizzera, tra campo e calcoli
Stasera contro la Serbia gli elvetici hanno due risultati utili su tre: un reale vantaggio?
Pubblicato il 02.12.2022 10:38
di L.S.
È la partita dell’anno o addirittura di un’intera generazione.
Siamo la Svizzera più forte di sempre ci hanno ripetuto a tambur battente dopo essere riusciti a eliminare l’Italia.
Siamo forti, andiamo in Qatar per scrivere la storia. Lo ha ribadito in maniera stentorea anche Pier Tami, responsabili delle squadre nazionali elvetiche.
Insomma, questo Mondiale è da affrontare a petto in fuori.
Con il Camerun abbiamo vinto in maniera intelligente. Un golletto è bastato, senza rischiare troppo a parte un paio di sbandamenti a inizio partita.
Con il Brasile potevamo pareggiare senza quel gol bellissimo di Casemiro a una manciata di minuti dal novantesimo.
Una sconfitta quella contro i sudamericani che ha alimentato qualche rimpianto frammisto a critica.
Si poteva e doveva osare di più. Bisognava crederci, tentare qualcosa di diverso invece di restare lì in passiva attesa delle offensive avversarie.
Quasi ci va bene, è vero. Un pareggio oggi ci avrebbe fatto dire che la tattica di Yakin era perfetta e che la Svizzera ormai è una squadra matura.
Non è andata così e il calcio, si sa, vive soprattutto di risultati.
Ecco perché nella sfida di stasera, al di là di tante speculazioni tattiche, conta soltanto il risultato.
Non perdere per passare il turno (a meno che il Brasile perda dal Camerun e allora bisognerebbe vincere) e continuare un Mondiale che ci deve vedere protagonisti.
Sono passati Marocco, Senegal, Giappone, USA e Polonia: dobbiamo passare anche noi. Non ci sono scuse.
Che partita vedremo?
Difficile da prevedere, anche perché la Serbia viene annunciata in formazione decisamente offensiva e in fondo sa di dover giocare per un solo risultato. Mentalmente è paradossalmente più facile.
Noi invece possiamo scegliere. Andare in campo per vincere o per non perdere. Un bel dilemma.
C’è chi dice che bisognerà essere attenti a non scoprirsi e pronti a ripartire. Facile da dire, meno da fare.
Al di là degli interpreti, che non dovrebbero cambiare tanto rispetto ai soliti noti, conterà la forza mentale, l’intelligenza e la determinazione.
Queste sono partite che si giocano una sola volta nella vita e che non si possono sbagliare.
Fallire equivarrebbe a una delusione tremenda.
E non siamo pronti, a questo punto del Mondiale, ad affrontare processi.