Il Ct Moriyasu che si
inchina davanti ai tifosi e Mitoma che lacrima e parla a fatica circondato da
microfoni e telecamere nella conferenza stampa post-partita: sono le ultime
istantanee del magico Mondiale del Giappone, una delle squadre rivelazione del
torneo. Dopo aver superato al primo posto un girone sulla carta impossibile
battendo Spagna e Germania, i samurai blu sono andati ad un passo dal
riscrivere la storia calcistica del proprio paese. Solo Livakovic e i calci di
rigore li hanno fermati. In una partita piuttosto bloccata nei 120 minuti,
decisivi si sono infatti rivelati gli errori dal dischetto di Minamino, Mitoma
e capitan Yoshida.
Ma la disperazione
giapponese, come sempre, è stata composta, pacata. Dopo le vittorie contro le
blasonate Germania e Spagna, i giapponesi non si sono lasciati trasportare da
eccessiva euforia e al contrario si sono fermati a pulire lo spogliatoio,
rendendolo lucido, come nuovo. Sul tavolo posizionato al centro dello
spogliatoio hanno lasciato alcuni origami, con al fianco un cartello con la
scritta “grazie”. Lo stesso hanno fatto i tifosi nipponici, che si sono
organizzati con sacchi della spazzatura in mano per raccogliere tutti i rifiuti
lasciati sugli spalti. Era già successo nel 2018 in Russia, l’hanno replicato
anche quest’anno.
“Non si può diventare
supereroi in una volta sola, ma il futuro di questa nazionale è luminoso”, ha
chiosato in conferenza il condottiero Moriyasu. Che a fine partita è rimasto in
campo, ha riunito tutta la squadra in cerchio e consolato tutti i suoi
giocatori, uno per uno. Poi si è avvicinato alla curva in cui si trovavano i tifosi
nipponici. Si è fermato ed è rimasto inchinato per diverso tempo in segno di
profondo rispetto verso i suoi sostenitori. Un gesto di grande valore per il
popolo del Sol levante. Nella cultura giapponese, infatti, esistono diversi
tipi di inchini, con il loro significato che varia a seconda dell’inclinazione
e della durata. Quello fatto dal commissario tecnico rientra nella categoria
dei Saikerei: è cioè la massima espressione di deferente e riverente rispetto,
in questo caso proprio verso i tifosi che hanno accompagnato e sostenuto da
vicino il Giappone in queste quattro partite. Una grande lezione di rispetto e
civiltà in un Mondiale che ha fatto molto discutere per vicende
extra-calcistiche.