QATAR 2022
Svizzera, come ripartire?
Alle 16.30 a Doha conferenza stampa: prime riflessioni e valutazioni di questo Mondiale
Pubblicato il 07.12.2022 09:45
di L.S.
Tra qualche ora si potrà fare qualche riflessione in più. Alle 16.30 è prevista a Doha una conferenza stampa della nostra nazionale. Blanc, Tami e Yakin saranno ovviamente presenti.
Bisognerà fare un bilancio di questo Mondiale, ma soprattutto spiegare la disfatta contro i portoghesi.
Anche se i protagonisti hanno già parlato subito dopo la sconfitta di ieri, c’è comunque curiosità per capire se la notte ha portato consigli. E se ciò che è stato detto ieri sera verrà ribadito anche oggi pomeriggio.
Yakin ieri sera ha cercato di reagire, dicendo che “bisogna guardare avanti, che non è tutto da buttare. Una brutta sconfitta dalla quale ci rialzeremo”.
Tami non ha messo in dubbio la posizione del coach rossocrociato e ha parlato di differenze fisiche: “i portoghesi hanno corso 10 km/h più di noi: era come avere in campo un uomo in più”.
Insomma, a questa partita siamo arrivati scarichi, sia dal punto di vista fisico che, aggiungiamo noi, mentale.
La partita contro la Serbia, volenti o nolenti, ha bruciato tante energie. E così come era capitato quattro anni contro la Svezia, lo abbiamo pagato a caro prezzo.
C’entra la sfortuna, con gli infortuni di Elvedi e Widmer e le scelte azzardate di Yakin, che aveva lasciato a casa alcuni terzini, forse non in formissima, ma perlomeno uomini abituati a quel ruolo.
Ieri ci sono dannatamente mancati e gli esperimenti del coach sono tristemente naufragati. E questo, è giusto dirlo, è un suo fallimento.
Le domande che ci ronzano per la testa adesso sono tante.
È questo il nostro livello? Siamo arrivati al famoso tetto delle nostre possibilità? Ci sono margini di crescita? Ma soprattutto come ripartire adesso?
Dato per acquisito che Yakin resterà allenatore della nostra nazionale, bisogna capire come e con chi ripartire.
La sensazione è che il tecnico non opererà grandi cambiamenti e che si affiderà, in maniera ragionevole e con alcuni inevitabili inserimenti di ragazzi che sembrano avere un buon potenziale, a quei giocatori che lo hanno portato al Mondiale.
La Svizzera è questa, prendere o lasciare. È questo il messaggio che arriva in queste ore dai nostri dirigenti e dallo staff.
Certo, non siamo quelli del 6 a 1 di ieri sera, ma forse non siamo nemmeno pronti per il grande salto. E forse, non lo saremo mai.
Difficile oggi non affogare nel pessimismo, anche perché è un risultato che davvero fa la storia, ma al contrario.
Ora lecchiamoci le ferite, prendiamoci il tempo per ripartire e pensiamo ai prossimi Europei.