QATAR 2022
Yakin resta, ma i giocatori?
La Nazionale andrà avanti con questo tecnico: ora bisognerà capire se cambierà qualche elemento
Pubblicato il 07.12.2022 19:33
di L.S.
Nessuna clamorosa decisione, nessuna frase roboante.
Qualche giustificazione, già snocciolata ieri sera a caldo e la sensazione che alla fine non ci saranno grandi cambiamenti.
La conferenza stampa di oggi non ha regalato grandi sussulti. Nessun titolo da mettere in prima pagina.
La Svizzera, umiliata dal Portogallo, prende e porta a casa. Con signorilità. Come se fosse tutto previsto o quasi.
Ma non è così. Tami aveva osato, era stato coraggioso e ci era piaciuto. La Svizzera era partita con grandi ambizioni e voleva scrivere la storia. Ma una storia bella, non quella orribile che resterà nei libri di storia calcistici per anni e anni che abbiamo vissuto ieri sera.
Al di là della clamorosa disfatta e dei tanti errori che si possono e si devono imputare anche a Yakin, c’è la sensazione che sotto lo zerbino ci sia della polvere. Difficile da spazzar via.
Le dichiarazioni di Shaqiri che rivela di aver saputo della difesa a tre poco prima della partita, l’uscita di Elvedi che ha detto di star bene e pronto a giocare e il “solito” Xhaka che rifiuta le interviste e se la prende con qualche giornalista. Senza contare le polemiche della partita contro la Serbia e la scoperta di una punizione in cui erano incappati qualche mese fa Lotomba e Mbabu per aver giocato a carte quando non avrebbero potuto.
E poi ci sono i malati degli ultimi giorni: non sarà stato covid, sarà stata l’aria condizionata o semplicemente una brutta influenza. Ma tant’è, anche lì qualcosa è successo. E la gestione è stato tutt’altro che perfetta.
L’impressione è che anche questa volta non tutto sia filato per il verso giusto e non soltanto sul campo.
E adesso? Da dove si riparte?
Sicuramente da Yakin, che è stato difeso a spada tratta da Tami.
E i giocatori? Ci saranno rivoluzioni? Si potrà davvero rinunciare a Xhaka e Shaqiri?
Probabilmente si andrà avanti così, perdendo magari l’occasione di voltare pagina, di iniziare un nuovo capitolo.
Yakin resta perché ha lavorato bene nei suoi tredici mesi da coach, ha portato la Svizzera al Mondiale e ha chiuso il girone davanti all’Italia campione d’Europa. Parole di Tami.
Contro gli azzurri però Xhaka non c’era e Shaqiri era presente soltanto nella gara di ritorno.
Insomma, si può giocare a calcio anche senza di loro.
Tanto per dire…