Qatar 2022
Il canto degli argentini
I tifosi dell'Albiceleste stanno trascinando la loro Nazionale, una passione continua e incessante
Pubblicato il 17.12.2022 09:29
di A. L.
Pier Paolo Pasolini, erano i lontani anni Settanta, aveva avvertito: “Il calcio è l'ultima rappresentazione sacra del nostro tempo. È rito nel fondo, anche se è evasione. Mentre altre rappresentazioni sacre, persino la messa, sono in declino, il calcio è l'unica rimastaci. Il calcio è lo spettacolo che ha sostituito il teatro”.
In un Mondiale dal tifo asettico, i sostenitori dell'Argentina cantano il loro amore incondizionato e manifestano un immenso orgoglio per l'Albiceleste.
Lo stanno facendo con un motivo contagioso e coinvolgente. Si tratta di un adattamento di una canzone composta dal gruppo “La Mosca Tse-Tse”, una band ska fondata negli anni Novanta.
Il testo ha un contenuto calcistico, ma è pure un pretesto per raccontare la storia di un popolo. Si narra di Maradona e Messi, ma non si dimentica la guerra delle Falkland.
Il titolo: “Muchachos, ahora nos volvimos a ilusionar”.
In spagnolo: “En Argentina nací, tierra de Diego y Lionel / de los pibes de Malvinas que jamás olvidaré / No te lo puedo explicar, porque no vas a entender / las finales que perdimos, cuántos años las lloré / Pero eso se terminó porque en el Maracaná / la final con los brazucas la volvió a ganar papá / Muchachos, ahora nos volvimos a ilusionar / quiero ganar la tercera, quiero ser campeón mundial/ Y al Diego en el cielo lo podemos ver / con Don Diego y con la Tota, alentándolo a Lionel”.
Che in italiano diventa: “Sono nato in Argentina, terra di Diego e Lionel / dei ragazzi delle Malvinas che non dimenticherò mai / non te lo so spiegare perché non capirai / le finali che abbiamo perso, quanti anni ho pianto per loro / Ma è finita perché nel Maracaná / la finale con le brazucas è stata vinta ancora da papà / Ragazzi, ora siamo di nuovo emozionati / Voglio vincere il terzo (Mondiale), voglio essere campione del mondo/ E possiamo vedere Diego in cielo / con Don Diego e La Tota (i genitori di Maradona) incoraggiando a Lionel”.
Sono evocati diversi avvenimenti che non sono solo collegati allo sport, si fa riferimento: alle isole Malvinas e alla guerra contro l'Inghilterra nel 1982; alle finali Mondiali perse nel 1990 e 2014; alla vittoria otenuta al Maracanà nella Coppa America del 2021 contro gli acerrimi rivali del Brasile.
Perché è anche questa la forza del football: la manifestazione dell'identità nazionale con altri mezzi. Una maglia, dei colori diventano dei potenti simboli da esporre e da difendere. È la comunità che prende forma e che esprime il suo spirito. E l'individuo che diventa collettivo. Il destino non spaventa, poiché non si cammina da soli, ma tutti insieme. Uniti si soffre di meno e si desidera con maggiore intensità. E la resa finale non è prevista, nel calcio c'è sempre un domani. Si può ricominciare ancora e ancora.
E l'illusione, quando non è fallacia, richiama la speranza.