Grazie zio, ora che lo stomaco sembra a
posto riprendo le mie mansioni di cronista.
Quando la vigilia della finale tra
Catmon e Campì sembrava aver preso un corso tranquillo, il Secretario ha pensato
bene di zittire la folla in piazza per dare la parola al piccolo infante, che ormai si sente
onnipotente fino al delirio, rincarando le dosi di occultamento del reale.
Nel silenzio improvviso, dunque,
l’infantino – non ha più di sei anni – ha esordito vantandosi di improvvisare, invece
aveva preparato tutto.
“Sono stati i campionati più belli
della storia, impregnati di ferplei e senza polemiche che col calcio non hanno niente a che
vedere. Dal mio scranno di sapiente, desidero, anzi, impongo che per oggi e domani ci
si astenga dal rivendicare diritti per tutti o per qualcuno. Prima il dovere: ossequiare
l’organizzazione e la fratellanza che il calcio suscita. Non ci sono padroni da
additare e gli schiavi sono necessari alla gloria. In fondo non è ancora morto nessuno, e i pochi
feriti sono vittime del caso e della legge dei grandi numeri. Domani, la finale sarà il
coronamento dell’immenso lavoro svolto dalla federazione, cioè io, e dagli sponsor,
che come sempre agiscono nel completo disinteresse per il proprio
tornaconto”.
A questo punto il discorso pareva
finito, nello sconcerto generale, tenendo conto dello sciopero femminile, dello stato
mentale dell’Amado, della tossicodipendenza del Blondeonblonde, della mancata
rivoluzione del Rolland, oltre ovviamente degli infiniti casi di intossicazione alcolica, della
sparizione in Asia del Rochetmen e dei molteplici contusi e laceri.
“Manca un ringraziamento alle forze
dell’ordine (i pompieri di montagna, che al momento del discorso sono dal Carlin a
glorificare gli interventi a colpi di bottiglia, ndr), nonché all’arbitro Lord Byron Morena
per la sua autorevolezza. Lo sprezzo del pericolo di questo glorioso rappresentante della
legalità, difeso giustamente anche con l’uso delle armi, ha commosso tutti quanti e domani
sarà lui il vero protagonista della finale…”
A questa ennesima provocazione, i
Creisc si sono sentiti trascurati e al grido “sot a cu biot” hanno dato fuoco al palchetto e
da lì si è scatenata una rivolta generale, con l’infantino salvato ancora una volta
dalla Sciura, seccatissima per aver dovuto interrompere una lezione privata di
relazioni internazionali sull’utilità del sesso.
Ma, legato all’ipocrisia che ormai ha
pervaso tutti, vi dico che domani sarà la finale più bella della storia millenaria di tutti
i giochi possibili e immaginabili, e saremo finalmente fratelli e sorelle, senza veli,
finalmente. Che la pace sia con voi. Bang!
Domani
Finale: Catmon – Campì