QATAR 2022
Messi e Maradona, il bisht e il gesto di Martinez
Riflessioni a qualche giorno dalla finale più bella di sempre
Pubblicato il 21.12.2022 09:59
di Vittorio Gerlero
Dopo qualche giorno di pausa utile a riprendersi da una finale interminabile e memorabile, ecco alcune riflessioni sparse sul Mondiale appena terminato. Partiamo dalla fine. Leo Messi che alza la Coppa del Mondo. Lo fa con indosso un mantello, il Bisht. In queste ore il dibattito si è diviso tra chi sostiene che si sia trattato di un atto di rispetto nei confronti del fenomeno argentino e chi ci ha visto invece un gesto di arroganza ed eccessivo potere. Alcuni sostengono inoltre che Maradona non l’avrebbe mai accettato, ma in realtà anche Diego – legittimamente – non si è tirato indietro davanti alla vagonata di soldi e a un jet privato in omaggio, accomodandosi sulla panchina dell’Al-Wasl nel 2011 e dell’Al-Fujairan nel 2017. Senza fare inutili paragoni, quindi, ci si potrebbe limitare a dire che sarà un peccato, tra qualche anno, dover riguardare le foto della premiazione e non vedere risplendere la gloriosa numero 10 albiceleste nel momento in cui il capitano ha alzato al cielo la Coppa più importante del mondo.  
E a proposito di vittoria, non si può non parlare del portiere argentino Emiliano Martinez, vero eroe tra i pali tra rigori parati e l’intervento miracoloso su Kolo Muani all’ultimo secondo dei tempi supplementari. Ma anche lui, al momento della premiazione, non è stato proprio impeccabile. Un gesto inutile e volgare, il suo, soprattutto in un momento in cui un vincitore dovrebbe soltanto pensare a come festeggiare un trofeo che in pochissimi hanno l’onore di mettere in bacheca. “L’ho fatto perché i francesi mi stavano fischiando. Con me l’arroganza non funziona”. I tifosi avversari fischiano, ma questa non è una novità del Qatar. E sarebbe bastato girarsi dall’altra parte: un popolo di argentini lo acclamava e osannava. Ma non contento, Martinez ha proseguito a suo modo la festa anche negli spogliatoi, dedicando a Mbappé un coro non particolarmente simpatico: “Un minuto de silencio…para Mbappé que está muerto”. Lo sfottò ci sta sempre, ma il de profundis forse è un po’ eccessivo.  
Anche perché lo stesso Mbappé si è dimostrato un giocatore strepitoso. Da domenica si parla comprensibilmente solo di Lionel Messi, ma il 10 francese è un qualcosa di impressionante. Corre, dribbla, calcia, rimane in partita anche se per 80 minuti non vede il pallone. La serpentina al minuto 123 con cui ha saltato due giocatori ed è entrato in area ha fatto tremare mezzo mondo. A 23 anni, tripletta e rigore segnato in una finale mondiale. E lui un Mondiale l’ha già vinto. Chapeau.  
In conclusione, però, si può senza dubbio affermare che quella tra Francia e Argentina è stata la finale mondiale più bella di sempre, oltre che una delle più appassionanti partite nella storia del calcio. E in un’edizione così criticata per motivi extracalcistici, il pallone ha lasciato le polemiche in secondo piano e si è preso la scena. Regalandoci ancora una volta emozioni epiche e indescrivibili.