Emiliano
“Dibu” Martinez è stato accolto come un eroe invincibile. Nella
località costiera di Mar del Plata, a circa 400 km da Buenos Aires,
lo hanno acclamato più di 100 mila persone. Il portiere dell'Aston
Villa è originario di quei luoghi e ha ricevuto l'omaggio della
sua gente. Uno schermo gigante ha proiettato le sue prestazioni
durante la Coppa del Mondo.
Sicuro
di sé e non poteva essere altrimenti, ha commentato che ai rigori si
sente “forte” e “imbattibile”. E i rivali lo “rispettano”.
Spiega:
“Quando ho parato il primo rigore (contro la Francia), ero certo che
l'altro ragazzo si sarebbe innervosito, l'ha buttato fuori. Ha
mandato tutto all'aria”.
Su
Messi ha le idee chiare: “È il miglior giocatore del pianeta.
Il mio ultimo sogno da portiere era quello di dare il titolo mondiale
al migliore del mondo, in modo che non ci siano dubbi su chi è il
migliore giocatore di tutti nella storia”.
Ma
anche i più duri hanno dei sentimenti: “Provo solo orgoglio.
Ogni partita che giocavamo dicevamo che stavamo giocando per la
gente. Non andiamo in Nazionale per soldi, ma per i colori. Quando le
gambe non ce la facevano, il cuore faceva sempre un passo avanti”.
I
rigori tra Argentina e Francia sono già storia. Uno psicologo
norvegese, Geir Jordet, ha analizzato con la precisione dello
studioso il comportamento di Martinez. Sostiene che ha messo in atto
una sopraffina strategia psicologica e i francesi sono stati
condizionati dai suoi atteggiamenti: l'accoglienza riservata a
Lloris; strette di mano date agli avversari.
Provocazioni
attuate anche con l'arbitro, si è lamentato più volte, tutto questo
ha contribuito ad innervosire ulteriormente i rigoristi rivali.
A
completare: l'esultanza senza limiti e palesemente teatrale; il
possesso continuo della palla, allontanata dai francesi, data con
cura ai compagni.
Jordet
ha sentenziato: “I suoi giochi mentali sono imprevedibili e
calcolati. È il Machiavelli del calcio. Lo copieranno. Ne sono
certo”.
Chissà,
anche se il famoso “il fine giustifica i mezzi” è una forzatura
e una semplificazione del pensiero del fiorentino.