HOCKEY
"Pensavo di voler vivere senza far nulla..."
L'ex bianconero ha parlato del suo incidente e della sua vita attuale
Pubblicato il 23.12.2022 14:37
di Red.
Un singolo episodio, di quelli che ti cambiano la vita.
Succede il 24 gennaio del 2021, quando Luca Sbisa gioca per la prima volta con la maglia dei Nashville Predators al fianco del suo compagno e amico Roman Josi. L’avversario è Dallas e al 12. minuto il russo Radulov pone fine alla carriera del difensore di origine siciliani che nella stagione 2012-13 (durante il lockout aveva giocato a Lugano.
Il difensore, che giocava in NHL, dopo questo intervento, non si riprenderà mai del tutto. Per lui una grave commozione che ancora adesso lo accompagna.
Il Blick lo ha intervistato e si è fatto raccontare quei terribili momenti e la sua vita di adesso.
"Dopo quell’incidente il mio tempo di reazione era quattro volte peggiore di prima. Inoltre, si sono verificati disturbi visivi a cui non è stato possibile porre rimedio nonostante uno speciale training oculistico. E dopo che nemmeno il decimo medico ha potuto aiutarmi, mi è stato chiaro che il mio tempo come giocatore di hockey su ghiaccio professionista era finito".
Nonostante tutto Sbisa però sembra felice. La sua carriera in NHL è stata lunga e sicuramente soddisfacente.
"Sono orgoglioso di aver potuto giocare nel miglior campionato del mondo per 13 anni. E poiché in quel periodo ho guadagnato molto bene, posso condurre una vita molto bella insieme a mia moglie e ai miei due figli".
Ma l'ex juniores dello Zugo non ha guadagnato milioni esclusivamente con l’hockey: ha infatti ricavato un grosso profitto dalla vendita di una proprietà in California. "Quando mi sono trasferito da Philadelphia ad Anaheim, ho comprato una casa a Newport Beach per 2,7 milioni di dollari. L'estate scorsa sono riuscito a vendere quella proprietà per 7 milioni".
Ora Sbisa intende costruire una villa signorile a Nashville, con tanto di campo da tennis. Da un anno a questa parte, duella regolarmente con Roman Josi. "E anche se Roman gioca a tennis da molto più tempo di me, sono già riuscito a vincere qualche set".
La sua vita è tutto sommato regolare anche se…
"Non appena il polso raggiunge i 140 battiti, ho problemi agli occhi. A quel punto vedo in modo confuso, come chi ha bevuto cinque birre in dieci minuti...".
Quando smise con l'hockey, Sbisa pensava di dedicarsi anima e corpo al golf, altro sport che lo appassiona tantissimo. Poi cambiò idea e arrivò la proposta degli San Jose Sharks.
"Inizialmente non volevo fare nulla dopo la mia carriera di hockey, se non giocare a golf e a tennis. E dal punto di vista finanziario, potrei davvero permettermi una vita del genere. Ma ho capito relativamente presto che era troppo noioso per me e che avevo bisogno di una sfida professionale".
Con gli Sharks, si occupa dei "prospetti", i talenti selezionati che non giocano ancora nella NHL. "Dopo il draft, la maggior parte dei giovani giocatori torna alle proprie squadre giovanili o universitarie. Mi occupo dei difensori selezionati dagli Sharks in Nord America", spiega Sbisa, "guardo le loro partite, osservo cosa fanno dentro e fuori dal ghiaccio. Tratto questi giocatori come se fossero miei figli".