Ecco le pagelle
di questo 2022 per quanto riguarda hockey e calcio.
HOCKEY
Cereda: come la
sua squadra, anche lui oscilla tra alti e bassi. Troppo preoccupato quando le
cose andavano bene, riesce però sempre a riemergere quando le cose vanno male.
Le continue sconfitte nei derby pesano parecchio. Il finale di stagione ci dirà
se è giusto puntare ancora su di lui in futuro. Voto: 4-
Gianinazzi: via
McSorley arriva lui e come spesso accade, con le ventate fresche, qualcosa
cambia. Resta però un’illusione e la sua squadra va avanti tra vittorie e
sconfitte, in una mediocrità disarmante. Anche per lui è importante il finale
di stagione e per capire se la strada intrapresa è quella giusta. Voto: 4
McSorley: per
qualcuno è il flop dell’anno. Sarà anche vero, ma dopo qualche mese si capisce
che non era tutta colpa sua e che qualcosa nello spogliatoio del Lugano non
funziona. Troppe le dichiarazioni che escono in maniera assolutamente
incontrollata e che minano la serenità della squadra. Il problema non era soltanto
lui, anche se si è dimostrato fragile e poco carismatico. Voto: 3
Arcobello: è il
capo rivolta, il ribelle con la C sul petto. Manda a casa McSorley (assieme ai
risultati scadenti) e si dimostra sin dall’inizio fedele scudiero di
Gianinazzi. Peccato che l’euforia duri poco e le sue prestazioni tornino a far
discutere. Saranno due anni e mezzzo (di contratto) molto lunghi, almeno questa
è la sensazione. Voto: 3+
Carr: resta fuori
a lungo per la commozione cerebrale e non solo per il covid. Attacca duramente
il medico sociale Marano in una delle interviste più surreali della storia. Sul
ghiaccio non dimostra ancora di essere all’altezza del giocatore che fu. Voto:
3,5
Zanetti: il
giovane prodotto del Lugano è una scommessa vinta di Gianinazzi, che punta su
di lui dall’inizio. Talento, velocità e tanta gioia di giocare. Speriamo
diventi contagioso. Voto: 5
Pestoni: a parte
i gol e le giocate, e quel normale periodo di appannamento che tutti
attraversano durante una stagione, è lui il vero leader di questa squadra. Non
si tira indietro quando c’è da scuotere la squadra e dà l’esempio sul ghiaccio.
Chiamarlo sorpresa non sarebbe giusto. Voto: 4,5
Juvonen: fa
sempre quello che può e qualcosa di più. Lo scorso campionato, quasi da solo ha
trascinato la squadra ai preplayoff. Difficile pensare cosa sarebbe questo
Ambrì senza di lui. Voto: 5
Spacek: forse non
è ancora Kubalik, ma con il disco fa quello che vuole ad altissima velocità. I
tifosi dell’Ambrì fanno bene a goderselo finché c’è. Voto: 5
Domenichelli: al
quarto anno questo è il suo Lugano. Ormai Habisreutinger è diventato un ricordo
sbiadito ma qualcuno, incredibile ma vero, sembrerebbe rimpiangerlo. Certo,
siamo soltanto a metà stagione, ma il progetto McSorley è affondato e ora si
aggrappa alla speranza Gianinazzi. Che sarà, parole sue, il suo ultimo
allenatore. Buona fortuna. Voto: 3
Lombardi: ha
costruito la pista e dato un futuro all’Ambrì. Ora però, dopo un decennio,
sembra aver esaurito un po’ la sua vena di trascinatore. Conscio di non aver
ancora terminato il suo impegno, resiste a capo di un club che deve decidere se
fare o meno un passo in avanti. Voto: 4
CALCIO
Croci-Torti: il
confronto con i colleghi dell’hockey è impietoso. Non è solo la Coppa vinta, ma
la continuità che è riuscito a dare in questo anno a fare tutta la differenza
del mondo. Non solo un motivatore, come pensava qualcuno: no, anche un gestore
e stratega. Ma il contratto che fine ha fatto? Voto: 5,5
Bottani: il
talento non si discute, ma la continuità sì. Segna poco e risulta raramente
decisivo, se non nelle partite con il Winterthur e in un paio di altre
occasioni. Gli infortuni purtroppo lo bloccano e non gli consentono di lottare
per un posto al Mondiale. Rifiuta la proposta dei Chicago Fire: speriamo che un
giorno non la debba rimpiangere. Voto: 3,5
Ziegler: sul
campo è decisamente sufficiente e si adatta con intelligenza a fare il terzino
sinistro (anche se ormai è da tempo un centrale). Peccato che poi sbagli
completamente l’atteggiamento a fine stagione rifiutando la panchina a Lucerna
e prendendosi una punizione pesante e che ne mette pesantemente in dubbio il
futuro a Lugano. Voto: 3,5
Celar: non sarà
sempre spettacolare e ogni tanto fatica a sostenere da solo il peso
dell’attacco, ma in questo 2022 ha segnato 18 reti. Mica poco. L’ex presidente
Renzetti lo paragona a Sadiku, ma a soli 23 anni la speranza è che possa fare
una carriera ancora migliore. Voto: 4,5
Aliseda e Amoura: storie diverse ma giocatori simili, dotati di grande talento. Il primo ha avuto bisogno di una "cura fisica", il secondo di una "cura tattica". La speranza è che nel 2023 dimostrino finalmente le loro indubbie qualità, rimaste finora troppo nascoste. Voto: 3,5
Raineri: partito
con le sue idee offensive, ha dovuto fare presto marcia indietro. Peccato, perché
alla fine questo non è davvero il suo Bellinzona. Fa quello che può nella
gestione del gruppo e riesce a lavorare laddove altri allenatori hanno presto
ammainato bandiera bianca. Ma il suo credo zemaniano per ora è riposto nel
cassetto. I risultati? Altalenanti. Voto: 4
Bentancur: ha
riportato il Bellinzona in Challenge League e solo per questo meriterebbe il
massimo dei voti. Peccato che il rapporto con gli allenatori non è sempre stato
facile: per sua ammissione non è un patron morbido e soltanto chi ha certe
caratteristiche può lavorare con lui. Nonostante la piazza non sembri amarlo
completamente, lui non demorde e va avanti. Vuole portare i granata in Super
League. Se non ce la farà quest’anno lo farà la prossima stagione. C’è da
giurarci. Voto. 4,5
Bignotti: il
direttore sportivo del Chiasso è rimasto solo a guidare un Chiasso che
purtroppo è ancora in “zona fallimento”. Tra la vecchia e la nuova proprietà
qualcosa è andato storto e nonostante la squadra abbia ottenuto buoni risultati
(la vetta è lì vicina), il rischio di un futuro nelle leghe minori non è ancora
scongiurato. Volato a Madrid negli scorsi giorni, spera di poter regalare ai
chiassesi un bel regalo di Natale. Voto: 4,5