HOCKEY
Ambrì, la Spengler è tua!
Battuto lo Sparta Praga: i leventinesi tornano a vincere a 20 anni dall'ultimo trofeo
Pubblicato il 31.12.2022 13:54
di Marco Maffioletti
Dopo tanto tempo arriva un trionfo vero. L’Ambrì-Piotta conquista la Coppa Spengler! La comprensibilmente scarna bacheca biancoblù si arricchisce di una gemma importante. Non accadeva da oltre 20 anni, quando ci furono le scorpacciate europee. Già, perché le vittorie alla Lehner Cup di Sursee o al defunto Electro Oil Trophy di Lugano non fanno testo. Diverso il discorso inerente alla kermesse di Davos. Certo, rimane solamente un torneo a inviti, ma è pur sempre il torneo per club più famoso, più seguito, più prestigioso e più vecchio dell’intero globo. E parliamoci chiaro, in un mondo sportivo che allarga sempre maggiormente i propri confini, basti pensare alla Champions Hockey League o alla stessa competizione in ambito calcistico, il cui nome è ormai ingannevole visto che la maggior parte delle squadre impegnate il titolo di campioni lo ha visto solo in cartolina, sarebbe ingiusto sminuire oltre misura la Coppa Spengler. Per l’Ambrì era l’unica occasione di vincere qualcosa, anche perché la Coppa Svizzera è stata nuovamente sepolta al cimitero. Luca Cereda non ne aveva mai fatto mistero, di quanto avesse tenuto a vincere la defunta competizione, spiegando appunto che per una piccola realtà era l’unica potenziale fonte di trionfo. Una Coppa Svizzera che il club biancoblù aveva sempre interpretato seriamente, a differenza di alcune big, schierando praticamente in ogni occasione la formazione tipo. Purtroppo la vittoria, anche a causa di alcune decisioni arbitrali (chi non si ricorda le due eliminazioni contro il Berna?), era sempre sfuggita. L’apoteosi di Davos è forse anche la ricompensa per questa attitudine che in passato non aveva pagato ed è anche un premio per l’intero lavoro svolto in queste sei stagioni dallo staff tecnico., partito dalle ceneri. Alzi la mano chi nella primavera del 2017 si sarebbe immaginato di vedere i leventinesi alzare al cielo il trofeo grigionese cinque anni più tardi. L’Ambrì è la quarta squadra elvetica a vincere la Spengler, dopo i padroni di casa, lo ZSC e il Ginevra. Il percorso è stato magnifico, figlio di prestazioni frizzanti, convincenti e pure spettacolari. I tre rinforzi, Eggenberger, Jooris e Saarijärvi si sono dimostrati all’altezza della situazione, eccome. Qualcuno aveva storto il naso, vedendo che erano solamente tre gli innesti esterni, ma la scelta è stata giusta. Tre elementi di qualità, un numero giusto che ha permesso di non alterare le gerarchie e la chimica della squadra “titolare” . Con più rinforzi si sarebbe corso il rischio di sballottare troppo l’equilibrio. Tra i grandi protagonisti c’è stato ovviamente Michael Spacek, veramente sontuoso con la sua tecnica e visione di gioco. E poi Alex Formenton, scheggia impazzita, dotata di un pattinaggio fenomenale. Ora dopo i fantastici giorni davosiani, si torna alla dura realtà del campionato. Non sarà evidente switchare il mood, sarebbe sicuramente utile riuscire a portare l’entusiasmo generato dalla vittoria già lunedì in quel di Berna. Bisognerà anche valutare se ci sarà lo scotto da pagare per le tossine accumulate. Una cosa è sicura, poco importa come andrà a finire il campionato, la vittoria ottenuta alla Spengler è una pietra miliare ben scolpita nella storia del club biancoblù e rimarrà eterna. Le immagini di Capitan Grassi con la Coppa Spengler andranno ad aggiungersi nelle retrospettive a quelle di Capitan Gianini a fine anni ’90 in ambito europeo. Forse nessuno lo dirà apertamente, ma io credo che se il club avesse dovuto scegliere tra un trionfo in quel di Davos o la qualificazione ai preplayoff, avrebbe optato per la prima opzione.