Hockey: parla un grande ex dell'Ambrì
Bruno Genuizzi: “Partite infuocate ma nel Lugano avevo tanti amici…”
Domani sera alla Corner Arena terzo derby stagionale
Pubblicato il 22.12.2020 16:22
di Mauro Antonini
Per anni Bruno Genuizzi è stato un pilastro della difesa dell’Ambrì Piotta. Giocatore dotato di un gran tiro e di una generosità estrema, ha dedicato quasi tutta la sua carriera alla causa leventinese, oltretutto in un periodo in cui vigeva ancora il semiprofessionismo. “Lavoravo alle FFS e mi allenavo alla sera. I soldi per tirare avanti e costruirmi un futuro non li guadagnavo di certo giocando all’hockey. A quei tempi il club pagava le spese e qualche volta i premi partita” afferma l’ex giocatore cresciuto a pane e HCAP. Come Alfio Molina, è stato fra i principali protagonisti della lunga storia dei derby ticinesi, disputandone 32. Il suo debutto avvenne l’11 dicembre del 1964. Il coach Lasse Lilja, che avrebbe ritrovato a fine carriera, lo schierò al fianco di Orlando Ticozzi nella terza linea difensiva, che per altro effettuò pochi cambi. “Lo svedese tornò in Leventina nel 1983, proprio nella mia ultima stagione ad Ambrì. Un tipo particolare, con il quale feci fatica a legare” ricorda Genuizzi.
Bruno, lei ha giocato 32 derby, segnando 6 reti. Quante emozioni e quante storie da raccontare.
"Al 1964 al 1984, un ventennio. Incredibile. E ogni partita era una battaglia. Sul ghiaccio non ci si risparmiava mai, tutti giocatori davamo sempre il massimo, e a volte non era soltanto sano agonismo. Il fatto che ci fossero parecchi ticinesi sul ghiaccio, soprattutto nell’Ambrì, dava a queste sfide un sapore speciale e che ci era invidiato dal resto della Svizzera. Aneddoti? Ce ne sono talmente tanti che ci vorrebbe una settimana per raccontarli. Comunque: una volta Alfio Molina, che incrociavo nei ritiri della Nazionale, mi raccontò che Alberto Pons, difensore cresciuto in Leventina ma poi approdato a Lugano, gli consigliò di stare attento ai miei tiri dalla linea blù. Gli disse inoltre che segnavo anche da metà campo. Detto fatto in un derby disputato giocato alla Valascia sul finire degli Anni Settanta sorpresi il portiere bianconero con un tiro da lunga gittata. Proprio da centro pista! Pons ci aveva visto giusto! (ride). Vorrei aggiungere una cosa: malgrado l’agonismo anche estremo che regnava nelle sfide cantonali, con alcuni giocatori della squadra avversaria nacquero delle belle amicizie. A questo proposito cito i vari Giudici (detto cicogna), Brambilla e Corti…".
Il derby negli anni ha conservato tutto il suo fascino anche se ora si gioca senza pubblico.
"Certo, dal punto di vista del tifoso, che trasmette emozioni e passione, questa partita perde certamente qualcosa. Senza cori, incitamenti, canti e sfottò manca il sale. Non so dire, tuttavia, se ai protagonisti faccia bene o fa male questa assenza. Probabilmente senza avere troppa pressione addosso giocano più concentrati e rilassati. Ma è soltanto una mia sensazione. Non ho parlato con i diretti interessati e quindi non posso avere certezze al riguardo".
 Bruno Genuizzi, che per anni è stato un perno della difesa biancoblù, è tornato alla Valascia soltanto da 6 anni. Come mai?
"Nel 1984 non mi rinnovarono il contratto. O meglio: tentennarono  sino all’ultimo, probabilmente perché ritenevano non fossi più all’altezza. Ma siccome ero del posto, avevano qualche problema a tagliarmi. Mi tennero sulla corda sino a poche ore dal termine dei tesseramenti e allora io li anticipai firmando un contratto con l’Ascona, che allora militava in Prima Lega. Fra l’altro in quella squadra giocava il canadese Peter Gaw, grande attaccante con gloriosi trascorsi in biancoblù.  Debbo dire che rimasi deluso e per parecchi anni non mi presentai più alla Valascia. Qualche anno fa, tuttavia, grazie all’ex dirigente Flavio Monighetti, sono tornato in tribuna a sostenere la mia squadra".
Domani c’è il terzo derby stagionale. Previsioni?
"Mi sbilancio: secondo me vinceranno i leventinesi con una rete di scarto. Hanno già perso quattro volte in questa stagione, amichevoli comprese, e non credo siano disposti a fare nuove concessioni. L’Ambrì, salvo il clamoroso flop di Bienne, è in buona salute. E se poi recupererà qualche infortunio, beh, allora potrà davvero dire la sua. Il Lugano, dal canto suo, deve riprendere il ritmo partita dopo la lunga assenza. Ha certamente talento e qualità. Ma dal punto di vista atletico in questo momento è svantaggiato".