CALCIO: A COLLOQUIO CON CAO ORTELLI CHE CI PARLA DEI GIOVANI DEL LUGANO E NON SOLO
"Tra i più piccoli abbiamo dei talenti impressionanti"
Carlo Ortelli parla dei giovanissimi e di chi ha già raggiunto la prima squadra del Lugano
Pubblicato il 25.02.2021 11:11
di Luca Sciarini
Responsabile dell’Under 21 del Team Ticino/Lugano e di Footeco (ragazzi dagli 11 ai 14 anni) del FC Lugano: lui è Carlo Ortelli, detto Cao, 62 anni, attualmente in Ticino forse il maggior esperto quando si parla di giovani calciatori.
Ha vissuto gli ultimi 40 anni occupandosi dei più grandi talenti che sono passati nel luganese, dalla generazione dei vari Colombo, Penzavalli, Esposito e Morf sino a Guidotti e Centinaro dei nostri giorni.
Cao, domenica ha debuttato in Super League il 18.enne Tommaso Centinaro. Una bella soddisfazione, no?
“Assolutamente sì, anche perché parliamo di un ragazzo che sono sicuro ha sempre sognato di fare il calciatore e il suo atteggiamento in questi anni lo ha dimostrato. Ha una voglia matta di arrivare, ha fatto di tutto per emergere, era un bravo giocatore che è diventato un ottimo calciatore. Quest'anno quando ha giocato nell’Under 21 ha disputato una partita più bella dell’altra. La prima presenza in Super League è il giusto premio per il suo lavoro ed è un messaggio di speranza per tutti i ragazzi del settore allievi”.
A proposito dei ragazzini del Footeco che vestono la maglia del Lugano, sentite Ortelli.
“Ne abbiamo un centinaio e ce ne sono alcuni veramente bravi. Ma non parlo di due o tre ragazzi ma di molti di più. Posso tranquillamente certificare al presidente Renzetti che il FC Lugano ha nei suoi più giovani un talento impressionante. Ora ovviamente dovremo essere bravi noi a farli crescere nel modo giusto”.
Bisogna rischiare di più nello schierare i giovani? Vediamo l’esempio del 17.enne Musiala del Bayern Monaco…
“Non tutti sono pronti allo stesso momento, sappiamo che la crescita dei ragazzi dipende da molte cose. È anche vero che ogni tanto bisognerebbe rischiare e crederci di più”. 
In Ticino sembra ormai esserci netta spaccatura tra Team Ticino (e Footeco) e il settore giovanile bianconero di Novoselskyi.
“Devo iniziare dicendo una cosa: i ragazzi che dal calcio di base del Lugano, cioè dal settore allievi gestito da Novoselskyi, arrivano a Lugano, sono tutti molto educati e dediti al lavoro. Da parte mia c’è un grande rispetto per ciò che fa il settore giovanile bianconero. Noi poi cerchiamo di continuare questo lavoro e sviluppare questi principi".
Ma chi decide i principi?
“Per quando ci riguarda noi seguiamo le disposizioni della Federazione Svizzera di Calcio (ASF): sono dei metodi che la stessa federazione ha presentato a tutti partenariati e che tutti seguono, cercando ovviamente di implementarli secondo la filosofia del club".
Novoselskyi però dice che tra la sua filosofia e quella del Team Ticino (e ASF) c’è troppa differenza.
“Onestamente non lo so, anche perché non ho seguito moltissimo i loro allenamenti che si svolgono a Canobbio. Quando però ho visto il lavoro che fanno con i piccolini della scuola calcio non mi sembra sia molto diverso dal nostro: sono giochi e situazioni che ho già visto”.
Si potrebbe collaborare?
“Direi piuttosto che si dovrebbe, nell’interesse di tutti, a partire proprio dai ragazzi. Personalmente però ho sempre cercare di non entrare in queste problematiche preferendo restare nelle questioni puramente calcistiche”. 
Torniamo ai giovani che ce l’hanno fatta: a Lugano oltre a Bottani, che ormai è quasi 30.enne, sta emergendo pian piano anche Stefano Guidotti (tra poco 22 anni).
“Bottani l’ho avuto ai tempi dell’Under 21 del Lugano in Prima Lega: da solo riusciva a tenere da solo sul chi vive le difese avversarie. Lo si vedeva già a quei tempi che avrebbe avuto un futuro interessante. Credo che nella sua carriera avrebbe potuto fare qualche gol in più ma non dimentichiamo il lavoro che fa per la squadra e le ripetute corse che alterna durante la partita gli fanno perdere un po’ di lucidità. Il suo ruolo? È un bel tema, diciamo che diventa devastante quando ha degli spazi aperti e palla al piede diventa devastante. Stiamo comunque parlando di uno dei talenti più puri della Super League”.
E di Guidotti cosa possiamo dire?
“Purtroppo la sua crescita è stata frenata da qualche infortunio: adesso sta finalmente emergendo ma personalmente ci ho sempre creduto. Già nell’Under 18 era evidente che avrebbe potuto avere una bella carriera. Ha ancora tutto il tempo”.
E della prima squadra di Jacobacci cosa mi dice? Si è parlato tanto del tema del “fare spettacolo”.
“Credo che nel calcio si metta in atto la strategia in base alle caratteristiche dei giocatori che si hanno a disposizione. Ad ogni allenatore piacerebbe comandare il gioco in fase offensiva ma ci sono spesso delle difficoltà, una su tutte ovviamente gli avversari, che spesso non te lo concedono. Io credo che si possa controllare la partita anche senza palla, impedendo agli altri di giocare e poi ripartire quando se ne ha l’occasione. Credo che sia un’arma importante per il Lugano e che Jacobacci faccia bene ad usarla”.
A proposito di allenatori: ci sono alcuni ticinesi promettenti, vero?
“Direi proprio di sì. Nell’Under del Lugano con Rota abbiamo Moresi, che avevo già avuto come giocatore e poi collaboratore nell’Under 21. Sta facendo passi da gigante e ha tanta voglia di lanciarsi in questa carriera. A Berna, nello Young Boys ci sono Matteo Vanetta, assistente di Seoane e Alessandro Mangiarratti, tecnico dell’Under 21: il primo l’avevo avuto come giocatore, il secondo come allenatore nell’Under 18 del Team Ticino. Sono entrambi bravissimi: d’altronde se non hai talento e non sei un grande professionista, non puoi lavorare in una società come lo Young Boys”.