HOCKEY
Per il Lugano è un derby da "vita o morte"
L'Ambrì sembra più in "palla" rispetto ai bianconeri, che però hanno le statistiche dalla loro parte
Pubblicato il 10.01.2023 10:00
di L.S.
Sarà il derby della paura, o forse della tristezza. Chissà. Sicuramente sarà un derby importante, elettrizzante, che non si può perdere.
Certo, il Lugano sembra più in difficoltà. Partiti con altre ambizioni i bianconeri si ritrovano sul fondo della classifica, con un nuovo allenatore che non è ancora riuscito a cambiare marcia alla squadra e un roster che non rende come ci si aspettava.
Dall’altra parte un Ambrì che arriva alla Corner Arena con il morale più alto, nonostante gli alti e bassi del campionato.
La vittoria alla Spengler, che resta pur sempre un torneo amichevole di Natale, sembra però aver regalato alla squadra un po’ di quella leggerezza che in certi momenti è utile per ottenere grandi risultati.
Cereda non guarda più i social (finalmente, verrebbe da dire!), ha voluto isolarsi e provare a vivere una vigilia diversa. Dopo 13 sconfitte su 14 derby, è normale che nella sua testa si sia insinuato il dubbio.
Una vittoria lancerebbe i leventinesi verso un futuro diverso, magari scoppiettante, come fu quello dello scorso anno. Una sconfitta riporterebbe tutti con i piedi per terra e in un certo senso, sgonfierebbe anche l’euforia per la Spengler vinta. Lo sport è così: dall’altare alla polvere in pochi giorni.
E il Lugano? Una vittoria rientrerebbe nella “normalità” delle cose. Battere l’Ambrì ormai è diventata una bella abitudine. Che forse non serve a rilanciare la stagione ma che aiuta a vivere qualche giorno con spensieratezza.
Una sconfitta? Beh, allora le cose si farebbero serie. Molto. Per la classifica ma non solo. Persa anche l’ultima certezza legata ai derby, i bianconeri vedrebbero complicarsi di molto il presente ma anche il futuro.
Ieri a Fuorigioco Hnat Domenichelli (a cui scade il contratto tra un anno) ha parlato di un futuro con Gianinazzi. Sarà lui a decidere chi resta e chi va via. Insomma, sarà lui il nuovo totem bianconero.
Sul cdt di oggi però salta fuori che alcuni giocatori stiano già soffrendo il metodo di lavoro del nuovo coach. Un modo elegante per dire che nello spogliatoio bianconero c’è già qualche muso lungo.
Non proprio una bella notizia dopo l’esonero di un McSorley sulle cui spalle si è voluta gettare tutta la colpa degli scarsi risultati.
Qualche mese dopo scopriamo che forse non era l’unico responsabile e che la panacea dell’allenatore giovane e costruito in casa, pur bravo che sia, non può nascondere mali più profondi.
Per una sera dimentichiamo analisi e “progetti” futuri. C’è il derby. Da domani avremo qualcosa in più su cui discutere.