HOCKEY
Finalmente Ambrì!
Bene Formenton e Heim, al Lugano mancano le solite bocche di fuoco
Pubblicato il 11.01.2023 09:06
di Marco Maffioletti
Chi la dura la vince. L’Ambrì è finalmente riuscito a spezzare l’incantesimo ed è tornato a festeggiare una vittoria in un derby. La vittoria leventinese inguaia ulteriormente la situazione in classifica del Lugano.
È stato un derby dai più volti. In entrata di partita e più in generale nella prima frazione è stato il complesso di casa a farsi preferire e a spingere maggiormente. Il tempo centrale, in definitiva quello decisivo ai fini della contesa, ha invece visto l’Ambrì prevalere. Nell’ultimo terzo il Lugano non si è arreso, si è dannato l’anima e ha costruito diverse occasioni. La rete del pareggio l’avrebbe anche segnata, ma l’azione era stata interrotta pochi istanti prima da un fischio di un arbitro forse prematuro. L’Ambrì è stato comunque bravo a difendersi e a saper soffrire, il portiere Juvonen ha fatto il suo dimostrando una calma glaciale. Ai luganesi mancano decisamente le bocche di fuoco, in sostanza bomber cercasi. Oltre a ciò Alatalo e soci pagano nuovamente le leggerezze difensive e alcuni errori individuali grossolani.
Tra i biancoblù particolarmente in luce Formenton e il solito Heim. Nelle fila sottocenerine il migliore è stato forse Marco Müller, sempre instancabile, volonteroso e nel vivo delle azioni. L’ex attaccante dello Zugo si è anche distinto nel dopopartita, rilasciando un’intervista ai colleghi di Teleticino piena di lucidità e onestà. A chi se la fosse persa il caldo consiglio di andare a rivederla. Ancora una volta non pervenuti alcuni altri presunti leader, i nomi sono i soliti noti.
Altra nota negativa, nessuno membro della dirigenza luganese ha voluto prestarsi a rilasciare dichiarazioni al termine della gara. Per carità, fortunatamente viviamo in un mondo libero e ognuno può fare quello che vuole, bisogna accettare dunque anche questo tipo di scelta. Quest’ultima è però davvero difficilmente condivisibile o comprensibile. La grandezza la si dimostra specialmente dopo le sconfitte, mettendoci la faccia a caldo e accettando di rispondere a domande magari scomode o poco gradite. Come ha fatto ad esempio con altrettanta lucidità di Müller il coach Gianinazzi. Il Lugano per migliorare in futuro deve proprio ripartire dalle interviste e dai propositi di questi due.  
(Foto Putzu)