CALCIO
"A Locarno per stupire ancora"
Stojanov, stanco di giocare poco a Paradiso, darà una mano alla squadra della sua città
Pubblicato il 12.01.2023 09:17
di Enrico Lafranchi
Conquistare un posto nella classifica marcatori non è mai stato un problema per David Stojanov, attaccante di talento sempre attento a cogliere l’attimo giusto per fiondarsi sul pallone. Una carriera, la sua, iniziata a suon di gol nel calcio regionale. I dati ufficiali gliene attribuiscono 49 (!) in 21 partite con la maglia del FC Makedonija. Stagione 2012/13, la squadra allenata Viktor Malinov, vince alla grande il campionato di Quarta ed è promossa in Terza. Dalla pagina di un quotidiano dedicata ai campionati Minori: "Con Stojanov il “miracolo” si ripete di partita in partita: scaglia siluri nel sette da ogni posizione ed è bravo anche di testa. Il ventunenne si sta rivelando un goleador irresistibile".
Per il ragazzo venuto dalla Macedonia è solo il calcio d’inizio in Ticino. Ascona, Locarno, Bellinzona, un po’ di Mendrisio: un’andata e ritorno che sembra non avere fine salvo una breve parentesi a Köniz. Aveva ragione di pensarlo (e dirlo) qualche anno fa dopo avere provato la gioia della promozione in Challenge League col Bellinzona (con i granata aveva anche siglato una doppietta nell’amichevole con il Milan a Milanello): "Il difficile viene adesso" - ci aveva detto. Vero, basta guardare la politica delle nostre squadre. Ognuna ha i suoi obiettivi, i suoi problemi. E anche le sue preferenze. Al punto che David nel girone d’andata si è visto costretto a lottare per un posto da titolare in Prima Lega. 
A 31 anni lo si è forse ritenuto un giocatore finito o considerato un bomber decaduto con troppo poche segnature? 7 gol (sette) senza avere pressoché mai giocato una partita intera. 
È normale che non sia rimasto contento di tutte queste sostituzioni, probabilmente anche il fatto di avere giocato la miseria di 7 minuti il derby stracittadino deve essere stato qualcosa di mortificante (lo diciamo noi, non il giocatore). Chiaramente – atleta forte ed ardito – a 31 anni David ha ancora tanta voglia di metterla dentro. È impaziente di rientrare allo stadio del Lido dove Andreas Becchio (che ha lasciato anche lui il Paradiso) si sta illustrando grandiosamente (12 sigilli finora). Di sicuro indossando la gloriosa maglia del Locarno (finalista di Coppa svizzera con il La Chaux-de-Fonds nel ’51) non passerà dal paradiso all’inferno…
Non è più giovanissimo, d’accordo, ma ha carattere e un fisico bestiale…. Gli auguriamo di riuscire finalmente a collocarsi in una “famiglia unita”, quella che sino ad oggi – senza volere polemizzare con gli uni e gli altri – presumibilmente non ha mai trovato.
David qual è il motivo di questa tua partenza? 
“Premetto che con Gatti mi sono trovato bene. Invece con Sannino mi sono sentito messo da parte nonostante i gol che segnavo”.
Non gli hai chiesto delle spiegazioni? 
“Rispetto le sue scelte, sono legittime. Però non mi andava di essere trascurato a tal punto, stavo facendo bene. Non me la sentivo più di fare il panchinaro”.
Una scelta tecnica, o c’era dell’altro?
“Non lo so, se mi sbilancio rischio di parlare di cose che non conosco. Dico solo che Sannino non mi ha mai rivolto una parola, né mai dato una spiegazione”.
 È la prima volta che ti capita una cosa del genere? 
“A dire il vero no. Era successo anche a Bellinzona dopo l’arrivo di Bentancur. Ma lì non c’era niente di personale, si è trattato di una questione riguardante la politica del club, un problema che hanno avuto anche altri giocatori”.
Deluso? 
“Deluso di me stesso sicuramente no in quanto i numeri parlano a mio favore: in 400 minuti ho segnato 7 reti, una media di un gol ogni 60’. Certo che se guardiamo a certi aspetti del calcio un po’ di rammarico c’è. Sono sicuro che con Gatti sarei ancora un giocatore del Paradiso. Rientravo da un infortunio, mi sentivo a mille!” (Era fiducioso e anche gasato, andò subito in gol contro il GC, ndr).
Perché non ne hai parlato con Caggiano?
“Non ci siamo mai scambiati una parola con il presidente, salvo qualche occasionale “ciao”. Per fortuna con Gianpiero Stagno c’era un buon feeling. Mi sosteneva nel ruolo che gli competeva (di direttore sportivo, ndr) ma logicamente le scelte spettavano all’allenatore”.
Hai optato per il Locarno: come è da interpretare questa tua decisione? 
“Sono nato a Locarno, Locarno è la mia città. C’è sempre stata in cuor mio la volontà di tornarci a giocare. Non ho potuto farlo prima per quello che era successo. Dopo avere pagato un conto pesante (fallimento, ndr), ora che la squadra gioca in Seconda Lega (le bianche casacche sono nettamente in testa alla classifica, ndr) al Lido è tornato un grande entusiasmo. Sono molto contento, ritroverò tanti ex compagni di Bellinzona: Facchinetti, Pelloni, Berera, Felitti, e alcuni altri, Bilinovac e Becchio che conosco da tempo. Siamo una bella compagnia, sia il presidente Cavalli che mister Frigomosca mi hanno subito fatto sentire importante”.
Motivato? 
“Super motivato. Ho 31 anni e non ho nessunissima intenzione di fermarmi!”.  
Basta seguirlo in campo per rendersi conto che la carta d’identità nel calcio non c’entra nulla quando la condizione è splendida, sia a livello fisico che psicologico.
(Nella foto David Stojanov a Milanello con l’allora rossonero Patrick Cutrone)