CALCIO: SUPER LEAGUE
“Il mio lavoro è cambiato”
Giorgio Contini ha centrato la sua centesima presenza da allenatore del Losanna e domenica sfiderà il Lugano
Pubblicato il 25.02.2021 10:59
di Giacomo Notari
Di tempo ne è passato da quando Giorgio Contini arrivò sulla panchina del Losanna nel maggio del 2018. La squadra del canton Vaud era appena stata retrocessa in Challenge League e puntò proprio sull’tecnico italo-svizzero per ritrovare l’élite. Oggi l’ex-centravanti con anche una presenza in nazionale ha ripagato la fiducia datagli diventando uno degli allenatori più longevi della Swiss Football League.
Formare giocatori che avranno valore di mercato”
Dopo aver dominato il campionato cadetto l’anno scorso, il Losanna ritrovava la massima serie pieno di ambizioni, con dalla sua parte investitori del gruppo Ineos pronti a fare diventare il club una big di Super League. Gli obiettivi sono però cambiati da quest’estate e Giorgio Contini ha dovuto adattarsi: “Il progetto di Ineos era di diventare una candidata al titolo entro due o tre anni dopo la promozione, spiega quest’ultimo. Però con la pandemia e tutte le conseguenze provocate da essa, in questi ultimi mesi è successo molto. La società ha deciso di cambiare progetto e oggi a Losanna lo scopo principale è formare giovani che potranno avere valore di mercato. Per quanto riguarda i risultati Ineos ha deciso di privilegiare quelli del Nizza, che quest’anno disputa l’Europa League e che è una piazza importante del calcio francese e europeo. Anche il mio lavoro è cambiato quindi, visto che in un certo senso sono tornato a formare i giocatori”.
Questa modifica degli obiettivi non frena l’allenatore, che ricorda quanto sia già stato fatto negli ultimi anni per lo sviluppo del club losannese: “Posso capire la delusione della gente che pensava che saremmo saliti a giocarci i tre primi posti da subito. Però se si guarda la classifica, tutto può ancora succedere in fretta. E poi non è perché la strategia è cambiata che la società è assente, basta guardare il nuovo stadio. Lo stadio era fondamentale per Ineos e oggi è un vantaggio per tutti. È diventato una vera casa per il club. Fai la colazione, l’allenamento e hai l’ufficio nello stesso posto. Tutto questo facilita molto il lavoro e rende più semplice l’organizzazione delle giornate”.
Anche sul prato sintetico dello stadio della Tuilière il tecnico italo-svizzero getta uno sguardo positivo: “È chiaro che devi adattarti per il gioco. Io sono piuttosto un amante del calcio all’antica dove vai sul campo a combattere, a sporcarti la maglietta. Bisogna però dire che quando ti alleni ogni giorno sul sintetico ti ci adatti velocemente. Tra l’altro prima di avere il nuovo complesso sportivo era spesso una sfida trovare campi buoni per allenarsi, quindi è una buona notizia”.
Rosa giovanissima
Oltre agli obiettivi della società sul piano sportivo è cambiata molto anche la rosa a disposizione di Mister Contini. Il gruppo di quest’anno è giovanissimo e rispetto alla stagione scorsa deve fare a meno di pedine offensive come Ndoye (ceduto al Nizza), Zeqiri (ceduto al Brighton) e Turkes (infortunatosi a fine dicembre a Cornaredo). Ma nonostante tutto il Losanna continua a proporre un gioco piacevole e offensivo: “ Un allenatore deve sapere formare i singoli e organizzare il gioco, adattandosi alle qualità che ha in squadra. Penso che l’idea di giocare in modo offensivo corrisponda alle caratteristiche della nostra rosa. Se si sbaglia a settanta metri dalla porta l’errore ha meno conseguenze che se lo si fa in difesa. Credo che un giocatore possa svilupparsi meglio con questa mentalità di andare sempre a cercare il gol”.
A livello di risultati però, a volte il Losanna paga la sua inesperienza, non riuscendo a portare a casa i punti che avrebbe meritato: “Ci è mancato diverse volte quel pizzico di esperienza per portare a casa più punti. Spesso i giovani hanno un atteggiamento un po’ leggero dopo una sconfitta. Occorre ricordargli di rimanere seri nel loro lavoro e di pensare ad essere efficaci piuttosto che di cercare la giocata spettacolare. Però sono cosciente che quando hai a che fare con un gruppo così giovane, è normale che ci siano tanti sbalzi tra alti e bassi”.
L’età media così giovane di questo gruppo è anche dovuta alla presenza di talenti del Nizza, società anche lei gestita da Ineos, che vengono nel Losanna in prestito per farsi le ossa. A questo proposito, c’è qualche malelingua a cui piace dire che il Losanna è diventato la primavera del club della Costa Azzurra. Contini ricorda però, giustamente, quanto i giocatori cresciuti nel settore giovanile del Team Vaud siano sempre stati nel cuore del suo progetto: “È ovvio che se hai un legame con un club come il Nizza è più facile trasferire giocatori provenienti da lì. Ti garantisce anche una certa qualità. Però chi osserva bene noterà che ci sono in squadra giocatori come Bares, Puertas, Lukembila, Schmidt o anche Cueni che vengono tutti dal Team Vaud. Sin dal mio arrivo ho sempre puntato su giocatori locali. Zeqiri e Ndoye erano nell’Under 21 quando sono arrivato e oggi sono all’estero. Anche Puertas è diventato un giocatore di Super League affermato. Chi vuole vedere le cose negativamente è libero di farlo però chi osserva il nostro lavoro vedrà che tanti giovani di qualità escono dal nostro vivaio”.
Oggi in Super League c’è meno esperienza e stabilità”
Prima di essere allenatore, Giorgio Contini ha giocato per molti anni nel campionato svizzero. Con oltre 150 presenze in Super League, l’ex-centravanti di San Gallo, Lucerna, Winterthur e Losanna è uno che conosce il nostro calcio sulla punta delle dita. Sono ormai trent’anni tra campo da gioco e panchine che ci gira attorno. Come tanti, la sua visione sull’evoluzione della Super League è contrastata: “Penso che sia cambiata la qualità. Siamo ritornati un po’ alla base oggi, cercando soprattutto di sviluppare i giovani. Non ci sono più neppure degli stranieri di primo livello come Delgado, Giménez o Rossi, anche se rimangono comunque l’YB e il Basilea che sono capaci di fare trasferimenti interessanti. Ma sicuramente è cambiato il livello. Manca forse l’esperienza e la stabilità che c’era prima. Basta guardare gli alti e bassi che attraversano le squadre, escludendo forse lo Young Boys”.
Anche l’allenatore del Losanna pensa che aumentare il numero di squadre nel campionato potrebbe essere benefico per potenziare il calcio svizzero: “Potrebbe dare una svolta al calcio svizzero e lo renderebbe più attrattivo. Il campionato attuale è difficile, giochi quattro volte contro le stesse squadre, la classifica è corta, e puoi passare in una partita o due da un posto in Europa al pericolo retrocessione. Con dodici o quattordici squadre si avrebbe anche la possibilità di giocare partite più variate e di adattare più spesso lo stile di gioco. Poi oggi se guardiamo la differenza tra noi, il Vaduz il Thun e il Grasshopper per esempio, non mi sembra molto grande”.
Seguivo Abubakar già l’anno scorso”
Torniamo alla stagione attuale. Per il Losanna il problema è lo stesso che per quasi tutte le squadre quest’anno: le partite sono così ravvicinate che non puoi allenarti come vorresti: “Ormai puoi solo fare allenamenti specifici e individuali. Non c’è più l’allenamento tattico che solitamente fai a metà settimana, devi rinunciarci per lasciare un minimo di riposo ai giocatori. Bisogna accontentarsi di analizzare le partite per quanto riguarda l’aspetto tattico. La frequenza delle partite ci obbliga anche a cambiare spesso cinque o sei giocatori dal primo minuto, cosa che non si farebbe mai in altri casi”.
Per quello che riguarda invece l’avversario di domenica, il Lugano, Contini preferisce non fidarsi nonostante i bianconeri stiano attraversando il momento più delicato della stagione : “Il Lugano ha dimostrato che può battere tutti quest’anno. In questo momento gli sta mancando anche forse quel pizzico di fortuna ma non c’è da preoccuparsi”. Proprio in casa Lugano è arrivato il mese scorso un centravanti che al Losanna avrebbe fatto comodo, soprattutto visto l’infortunio di Aldin Turkes: “Già da l’anno scorso seguivo Abubakar. Sapevo che Ndoye e Zeqiri sarebbero partiti e l’avevo sul mio taccuino. È un giocatore interessantissimo che a me piace anche per la sua mentalità, basta vedere come era determinato a farsi notare in Challenge League. Purtroppo il nostro mercato è stato un po’ difficile già da quest’estate, con i rinforzi che sono arrivati a campionato in corso. Alla fine quest’inverno la società non si è interessata ad Abubakar”.
E la situazione per il tecnico nato a Winterthur com’è ora? L’anno scorso, dopo la promozione in Super League, il club vodese gli aveva rinnovato il contratto. A giugno Contini sarà di nuovo in scadenza. Attualmente il suo Losanna si trova a due punti dal nono posto e a cinque dal fanalino di coda Vaduz. Per salvarsi sarà una lotta. Verosimilmente la permanenza di Contini sulla panchina del nuovo stadio della Tuilière dipenderà da come andrà a finire il campionato: “Faccio il mio lavoro pensando a salvarci e sapendo che a giugno sono in scadenza. Per il mio futuro sono sereno. Sono dieci anni che sto su una panchina, vuol dire che il mio lavoro è apprezzato. Ovviamente se c’è interesse da parte del Losanna sarà quella la mia priorità. Per il momento l’unica cosa che conta però è fare punti. Più ci si avvicina alla fine del campionato e più girano discussioni attorno al futuro di giocatori, di allenatori, di contratti… Per evitare di arrivare al termine della stagione con una situazione difficile da gestire dentro e fuori dal campo, è importante essere professionali e portare a casa punti pesanti da subito”.
Il Losanna ora sfiderà Lugano, Sion e Vaduz nel giro di una settimana. Partite chiave in ottica salvezza che potrebbero permettere a Contini e ai suoi di allontanarsi dalla zona rossa.