OFFSIDE
Gianinazzi e una posizione poco invidiabile
Il giovane allenatore predica lavoro ma la squadra non risponde ai comandi
Pubblicato il 16.01.2023 10:49
di L.S.
Ginevra è stata soltanto un’illusione. Peccato. Era stato bello crederci, pensare che quella rimonta sarebbe stata la svolta della stagione bianconera.
Una domenica pomeriggio di metà gennaio ha invece rimesso le cose, diciamo così, a posto.
La scoppola con il Davos non lascia spazio a fraintendimenti: questa squadra è dannatamente fragile.
Il Lugano resta così nel limbo tra pre-playoff e spareggio, laddove tutto finisce anzitempo, dove non restano tracce della propria presenza.
Una posizione che a inizio stagione nessuno osava immaginare e che invece è diventata triste realtà.
Difficile capire cosa stia realmente accadendo e perché questa squadra, che ogni tanto regala lapilli di buon gioco, non riesca a venir fuori da questo buco nero.
Qualche amnesia difensiva, unita allo scialacquo offensivo, stanno spingendo la squadra verso l’inferno. E pensare a questo punto di invertire la tendenza è a dir poco utopistico.
Intanto, nel mezzo di una situazione non facile da gestire, il giovane tecnico Gianinazzi invita la squadra a non mollare. Bisogna continuare a lavorare duro, migliorare sui dettagli, credere in se stessi.
Un refrain che il tecnico ripete come un mantra ormai da un paio di mesi, nella speranza che qualcosa possa finalmente muoversi. Che la squadra, presto o tardi, si scuota.
Purtroppo anche lui sembra però in difficoltà, salvato per il momento da una buona dialettica e un’apparente serenità che ne fanno una dei pochi appigli di una società che fa fatica a dare segnali precisi.
Gianinazzi è l’uomo del futuro, la persona su cui si pensa di costruire il Lugano degli anni a venire. È questo il “progetto”. Senza un preciso perché, senza spiegare in che modo.
Un “progetto” che sembra affidato più all’istinto o alla disperazione, che a un preciso piano di rilancio.
L’impressione è che ci si appoggi su di lui perché giovane, ticinese e con l’immagine giusta per far dimenticare il passato, fatto di tanta confusione e risultati deludenti.
Pensare però che Gianinazzi, al di là delle sue reali competenze, possa da solo ribaltare la situazione e rifondare un club che naviga tra mille incertezze, non è soltanto sbagliato, ma addirittura rischioso.
Prima di tutto c’è da finire una stagione che, classifica alla mano, non è ancora chiusa. Non può esserlo. Bisogna fare leva sull’orgoglio di un roster che deve avere ancora in serbo qualche colpo e che si spera possa regalare qualche frammento di buon hockey. E perché no, qualche soddisfazione a dei tifosi che appaiono decisamente smarriti e che attendono quella scintilla per poter credere ancora nella loro squadra.
Perché il futuro, ancorché nebuloso, può attendere.
Adesso c’è un presente da onorare.