IL LUGANOLOGO
Lugano, c'è bisogno di un sorriso
I bianconeri, in crisi di risultati, devono scuotersi già a partire dal prossimo weekend
Pubblicato il 18.01.2023 04:54
di Doriano Baserga
Andava dicendo John Slettvoll che il sistema difensivo è sempre determinante nell’hockey e che non si devono subire più di due reti per sperare di fare risultato. Il buon John, almeno a vedere il Lugano di questi tempi, aveva ragione da vendere.
E in questo periodo, a dir poco difficile, se nemmeno Koskinen riesce più a metterci la classica pezza, allora significa che la situazione è veramente grave. Il portiere era partito benissimo ma anche lui, forse un po’ demoralizzato, fatica a tirar fuori quelle prestazioni che lo avevano visto grande protagonista a inizio stagione.
Certo, il problema del Lugano non è soltanto la difesa o l’aspetto difensivo: sarebbe troppo riduttivo.
Mettiamoci allora un power-play che fatica a imporsi (Fazzini è marcatissimo dagli avversari e gli altri non vanno abbastanza davanti allo slot) e delle ingenuità a tutti i livelli davvero sorprendenti per giocatori di questa caratura.
A questo punto è inevitabile considerare anche l’aspetto mentale. Qualcosa ovviamente non funziona nella testa di una squadra che sembra eccessivamente sotto pressione, incapace di dar libero sfogo al talento dei propri giocatori.
Squadra bloccata, poco sicura dei propri mezzi?
Sicuramente va messo anche questo nell’analisi di un gruppo di giocatori che ormai sembra aver smarrito la retta via, alternando buoni momenti di hockey ad appannamenti difficilmente spiegabili. Con conseguente perdita di fiducia a immagine e somiglianza di una classifica che ormai inizia a far veramente paura.
Quello che una volta era il “fortino” della Resega, ora è diventato terra di conquista alla Corner Arena, e nemmeno le parole tranquillizzanti di un Gianinazzi che continua a dimostrarsi fiducioso, sembrano poter essere sufficienti in questo momento di burrasca.
Come ha detto bene il giovane coach, nessuno verrà ad aiutare il Lugano. Bisognerà trarsi d’impaccio da soli da questa brutta situazione. Guardarsi in faccia e scuotersi, non resta altro da fare.
Per non tradire la fiducia dei tifosi e di tutti quei bambini che domenica avevano assiepato con il loro entusiasmo una pista che purtroppo si è svuotata presto e con il ricordo di troppe facce tristi.
Si spera di poter tornare a sorridere al più presto, magari già dall'impegnativo doppio confronto con lo Zurigo di questo weekend.
Il Lugano e la sua gente se lo meriterebbero.