Ripartono tutti tranne qualcuno. Winterthur – Servette è
stata rinviata per i geloni della Schützenwiese e del suo orologio di legno, e
quindi il povero cronista è rimasto a casa, anzi in casa altrui a Giumaglio per
degustazioni pomeridiane, più impegnative di una trasferta.
Il sabato, GC e YB hanno provato a giocare sotto la nevicata zurighese. Sottozero a Lucerna, come a Sion e a San Gallo. Che dire? Vero che al tempo non si comanda e che forse è un po’ arrabbiato per le violenze inflitte dall’Uomo a Madre Natura (non quella di Bonolis, ndr), però era prevedibile e forse era il caso di rimandare tutta la giornata, questa prima del 2023. Ma si sa, calendari e contratti sono dittatori che costringono alla disputa serrata, condizionata dal Mondiale a novembre-dicembre per acquiescenza verso il denaro qatariota.
Il sabato, GC e YB hanno provato a giocare sotto la nevicata zurighese. Sottozero a Lucerna, come a Sion e a San Gallo. Che dire? Vero che al tempo non si comanda e che forse è un po’ arrabbiato per le violenze inflitte dall’Uomo a Madre Natura (non quella di Bonolis, ndr), però era prevedibile e forse era il caso di rimandare tutta la giornata, questa prima del 2023. Ma si sa, calendari e contratti sono dittatori che costringono alla disputa serrata, condizionata dal Mondiale a novembre-dicembre per acquiescenza verso il denaro qatariota.
Ottima prova del Lugano in Vallese, un po’ ingrigita dagli
infortuni di Amoura e Mai, mandati in campo nonostante la salute precaria e il
generale inverno che batteva colpi sfrenati. Ne è valsa la pena? Amoura ha
aperto lo score ma a metà tempo è andato out. Siamo solo alla prima di
campionato (la 17esima in realtà), ma perdere subito l’algerino, che arrivava
da una prima fase tormentata da infortuni e forma labile, non è una buona
notizia per una squadra che avrà bisogno di tutti per conquistare il secondo
posto, alias preliminari di Champions, vero obiettivo stagionale e più
importante della Coppa Svizzera, secondo noi.
Ora si va versi i giorni della merla e in teoria non si
attendono miglioramenti del clima e delle acrobazie. Anche la merla stessa non
è più quella schiva che un tempo si rifugiava nei camini per ripararsi dal gelo
di fine gennaio, sola concessione alla vicinanza umana, e adesso quasi ti
mangia il becchime dalle mani.
La natura è un po’ sconvolta, e anche i campi di calcio. Ci
faremo l’abitudine? Sarebbe meglio di no.