OFFSIDE
Non siamo un paese per giovani
Il provino di Rüfenacht, l'impiego di Villa e la pressione della classifica: conta solo vincere
Pubblicato il 24.01.2023 10:03
di L.S.
Fa discutere il provino che il 37.enne Thomas Rüfenacht sta sostenendo ad Ambrì in questi giorni.
Un po’ per l’età del giocatore, un po’ perché non gioca da quasi un anno e soprattutto, diciamolo fuori dai denti, perché si riteneva che forse i leventinesi avrebbero potuto pescare dai Rockets.
Negli scorsi giorni si è scritto e discusso tanto sul futuro della squadra biaschese e ci si chiede tutt’ora se vale davvero la pena investire ancora in questo club formatore.
La risposta è ovviamente articolata, ma certo è che la scelta dell’Ambrì di non attingere a questa squadra nel momento del bisogno dà forza al partito dei disfattisti. E comunque non deve sorprendere più di tanto.
Nei Rockets giocava un certo Lauper, poi lasciato partire allo Chaux-de-fonds e mai preso in considerazione prima, mentre anche quando la difesa ha avuto un’urgenza, si è pensato al prestito dallo Zugo di Wütrich (che una volta tornato allo Zugo ha poi preso la strada per Visp). Insomma, i Rockets, nei pensieri di Duca e Cereda, non sono più al primo posto. Sono passati i tempi in cui si attingeva a piene mani perché il budget lo richiedeva e gli obiettivi, forse, erano meno ambiziosi.
Ora no e l’Ambrì, giusto dirlo, non è più un club formatore. Né più né meno delle altre squadre di National League. Ormai chi gioca in questa categoria deve pensare unicamente a fare risultato, a raggiungere gli obiettivi che si prefigge a inizio stagione. Senza pensare troppo a quanti giovani ha in squadra.
In fondo è giusto così. Con una pista nuova, una struttura rinforzata e con una squadra che può vantare parecchio talento, la scusa del giovane non attacca più. E con il passare degli anni diventava pure stucchevole.
L’Ambrì oggi ha fatto un passo in avanti. Anche da quelle parti adesso si sente la pressione, quel decimo posto che renderebbe la stagione positiva è lì vicino, lo si può sentire e toccare. Per ottenerlo ci vuole gente di esperienza, qualcuno che sa come si fa e non i giovani che devono prima sbagliare per imparare. Ormai il tempo stringe e il messaggio è chiaro. Lo hanno detto anche Duca e Cereda. Peccato che il direttore sportivo, ai microfoni di Teleticino, lo abbia fatto in modo stizzito, infastidito da una domanda lecita da parte di un giovane giornalista. Che lui ha definitivo “novello”. A dimostrazione che forse il tema è delicato e sicuramente scomodo.
Anche a Lugano, come dimostrato ieri sera sempre a Fuorigioco in una grafica, la tensione è ormai alle stelle. Conta vincere e nient’altro. Il giovane Villa, che fungeva da sesto difensore, non ha praticamente mai giocato. Gianinazzi, ex allenatore degli Elite, ha preferito girare con cinque difensori. I risultati del weekend gli hanno dato ragione. Anche lui ha ormai messo la tuta da coach degli Elite in un armadietto e ha capito che adesso deve pensare unicamente a fare risultato. I giovani? Sarà per il futuro. Forse…