Calcio
Fenomenologia della crisi di Inter e Milan
Le milanesi deludono, avevano ben altre ambizioni e aspettative
Pubblicato il 25.01.2023 10:03
di Angelo Lungo
Le milanesi sono in crisi. La classifica parla di un secondo e di un quarto posto, ma numeri e campo mostrano un'involuzione preoccupante. Ben altre erano le ambizioni dichiarate all'inizio del Campionato.
Il gioco latita e anche la continuità, le certezze sono svanite, evaporate.
Le difficoltà delle acerrime rivali sono simili.
Le società. Le proprietà si barcamenano. Hanno risorse limitate e i dirigenti sportivi hanno difficoltà nell'impostare progetti credibili. Gestiscono il momento.
L'Inter ha un debito rilevante. È in vendita. Ma nessuno è disposto a sborsare la cifra richiesta dai cinesi. Il sistema calcio italiano non convince gli investitori stranieri.
Il Milan ha una situazione debitoria sotto controllo, ma la nuova proprietà vuole l'autofinanziamento del club e non è disposta a svenarsi. È un fondo e ha un obiettivo preciso: speculare e guadagnare.
Il mercato. Marotta-Ausilio e Maldini-Massara si sono impegnati e hanno sbagliato completamente il mercato. Quando le scelte sono obbligate, tutto diventa complicato e non si possono commettere errori.
L'Inter ha rifiutato Dybala, che pure a mezzo servizio in Italia fa vincere le partite, e puntato tutto su Lukaku. Il belga tra cartellino e prestito costa oltre 22 milioni di euro, pochi spezzoni giocati e una condizione fisica preoccupante.
Il Milan, convinto di avere una rosa competitiva, aveva individuato in De Ketelaere il fuoriclasse del futuro. Una stampa molta amica non aveva dubbi sulle sue qualità. Fa la panchina a Messias.
Inzaghi e Pioli. Mostrano i loro limiti.
L'interista galleggia. È un ortodosso del modulo a cinque. Non ha la forza di uscire dal suo schema. Non legge le partite. È incapace di lanciare e formare i giovani. Ora è nella fase giustificazionista. Si difende convinto, asserisce che dei trofei li ha vinti. Bontà sua.
Il milanista deve fronteggiare una situazione complicata. E non è la sua specialità. La vulgata sosteneva che il gioco dei rossoneri fosse di tipo europeo. In realtà i rossoneri sono dipendenti da due calciatori: Leao ed Hernandez. Due formidabili strappatori, prendono palla e partono. In Italia la loro velocità fa la differenza, poiché si gioca a ritmi sincopati. Ma nel lungo periodo ci vuole ben altro.
E il futuro? Si parla di un fantomatico stadio da costruire, ma c'è di mezzo la politica, è inutile tentare di fare delle previsioni.
Inter e Milan hanno un solo obiettivo, quello che ne determinerà la sopravvivenza sportiva nel breve termine: arrivare almeno quarti e garantirsi i milioni della Champions.
Ma i tifosi non devono oltremodo disperarsi: il livello del calcio italiano è così basso che ci vuole poco per essere competitivi.