Le
milanesi sono in crisi. La classifica parla di un secondo e di un
quarto posto, ma numeri e campo mostrano un'involuzione preoccupante.
Ben altre erano le ambizioni dichiarate all'inizio del Campionato.
Il
gioco latita e anche la continuità, le certezze sono svanite,
evaporate.
Le
difficoltà delle acerrime rivali sono simili.
Le
società. Le proprietà si
barcamenano. Hanno risorse limitate e i dirigenti sportivi hanno
difficoltà nell'impostare progetti credibili. Gestiscono il momento.
L'Inter
ha un debito rilevante. È in vendita. Ma nessuno è disposto a
sborsare la cifra richiesta dai cinesi. Il sistema calcio italiano
non convince gli investitori stranieri.
Il
Milan ha una situazione debitoria sotto controllo, ma la nuova
proprietà vuole l'autofinanziamento del club e non è disposta a
svenarsi. È un fondo e ha un obiettivo preciso: speculare e
guadagnare.
Il
mercato. Marotta-Ausilio e
Maldini-Massara si sono impegnati e hanno sbagliato completamente il
mercato. Quando le scelte sono obbligate, tutto diventa complicato e
non si possono commettere errori.
L'Inter
ha rifiutato Dybala, che pure a mezzo servizio in Italia fa vincere
le partite, e puntato tutto su Lukaku. Il belga tra cartellino e
prestito costa oltre 22 milioni di euro, pochi spezzoni giocati e una
condizione fisica preoccupante.
Il
Milan, convinto di avere una rosa competitiva, aveva individuato in De
Ketelaere il fuoriclasse del futuro. Una stampa molta amica non aveva
dubbi sulle sue qualità. Fa la panchina a Messias.
Inzaghi
e Pioli. Mostrano i loro
limiti.
L'interista
galleggia. È un ortodosso del modulo a cinque. Non ha la forza di
uscire dal suo schema. Non legge le partite. È incapace di lanciare
e formare i giovani. Ora è nella fase giustificazionista. Si difende
convinto, asserisce che dei trofei li ha vinti. Bontà sua.
Il
milanista deve fronteggiare una situazione complicata. E non è la
sua specialità. La vulgata sosteneva che il gioco dei rossoneri
fosse di tipo europeo. In realtà i rossoneri sono dipendenti da due
calciatori: Leao ed Hernandez. Due formidabili strappatori, prendono
palla e partono. In Italia la loro velocità fa la differenza, poiché
si gioca a ritmi sincopati. Ma nel lungo periodo ci vuole ben altro.
E
il futuro? Si parla di un fantomatico stadio da costruire, ma c'è di
mezzo la politica, è inutile tentare di fare delle previsioni.
Inter
e Milan hanno un solo obiettivo, quello che ne determinerà la
sopravvivenza sportiva nel breve termine: arrivare almeno quarti e
garantirsi i milioni della Champions.
Ma
i tifosi non devono oltremodo disperarsi: il livello del calcio
italiano è così basso che ci vuole poco per essere competitivi.