Calcio
Mou l'italiano
Personaggio e tecnico unico, i 60 anni dell'allenatore portoghese,
Pubblicato il 26.01.2023 09:00
di Angelo Lungo
Essere speciali significa distinguersi, avere la volontà di mostrare la propria “potenza”, non avere paura di osare. E procedere. Si crede al destino e si tenta di domarlo, il fato non suscita apprensione e non blocca.
José Mourinho compie 60 anni. In Italia oltre che speciale è diventato unico.
Il 3 giugno del 2008 sbarcava alla Pinetina e davanti a una folta platea di giornalisti presenti faceva presente che: “Sì, ma io non sono un pirla”. Fu così che cominciò la corrispondenza di amorosi sensi tra il portoghese e il popolo nerazzurro. Mou e l'Inter, è stata una passione travolgente, una simbiosi totale. La Beneamata squadra anarchica, ribelle, volubile, incline allo sconforto, permeata di pessimismo aveva il suo condottiero, il suo capopopolo. Società, calciatori e tifosi avevano un capitano di ventura: carismatisco, colto, poliglotta. L'impatto fu notevole: gli allenatori italiani difficilmente esprimevano opinioni forti o facevano dichiarazioni roboanti. Mou creava scompiglio, cercava lo scontro, lo provocava e lo cavalcava. E l'ambiente Inter lo seguì, senza dubbi, si consegnò a lui. Lo riconobbe come il difensore di un'identità che sfidava tutto e tutti. Due anni culminati nella notte di Madrid: dove si celebrò l'apoteosi e il tradimento. Inter di nuovo Campione d'Europa e portoghese in fuga, di notte, destinazione Real. Un dramma shakespeariano, all'insegna del c'eravamo tanto amati, ma non ci dimenticheremo mai.
Il 4 maggio del 2021 ecco il ritorno in Italia, per distacco, attualmente è ancora l'emblema del mister.
Il campionato è asfittico di personaggi. Tutti dentro la prassi. Il portoghese si ribella all'estensione del dominio della normalità. E impone la sua visione.
È stato chiamato a Roma per ristabilire l'ordine. L'ambiente calcistico capitolino è caotico. Pulsa di istinti e freme. Umorale sino all'inverosimile. Serviva una figura autorevole ma non autoritaria, un accentratore, coraggioso e senza timori, che ora esalta, che ora calma. Su di lui c'erano dubbi. Era quello dell'era interista? Oppure quello smunto dell'ultimo periodo? Dubbi speciosi: il portoghese in Italia si sente a casa. Riesce a dare il meglio di sé.
Mou non è un fine tattico, probabilmente a Roma non vincerà nulla, ma è colto, intercetta, nonostante l'età, i tempi. E questo basta. La Serie A ha bisogno di uno come lui e non viceversa.