IL LUGANOLOGO
Arcobello e quel cambio di mentalità
Domani contro l'Ajoie i bianconeri non possono fallire: ora la squadra sembra più solida
Pubblicato il 26.01.2023 18:07
di Doriano Baserga
Andiamoci piano, anzi, usiamo la massima cautela. Il Lugano è risorto? È uscito dalle sabbie mobili in cui si era impantanato finora? La voglia di dire sì è grande come una casa. Anzi, un palazzo. Di motivi per crederlo ce ne sarebbero: dagli ultimi risultati positivi, da una solidità difensiva ritrovata e dagli innesti (o rientri) di gente come Schlegel, Granlund e Klok, che hanno sicuramente dato qualcosa in più a questa squadra.
Ma attenzione, la buccia di banana è dietro l’angolo e rovinare tutto ciò che è stato fatto di buono è un attimo.
A partire proprio da domani sera, dove sulla carta il compito è sicuramente il più facile. Arriva l’Ajoie degli ex Zanatta, Vauclair e Nummelin e la sensazione è che se ne possa fare un sol boccone.
Già, di buone sensazioni ne avevamo avute anche altre durante questa stagione e poi sappiamo com’è andata a finire. Perciò, meglio andarci cauti.
La partita domani sera è importante, come tutte da qui a fine stagione: non soltanto per i tre punti, che darebbero ulteriore ossigeno a una classifica compressa, ma soprattutto perché allungherebbe a quattro la striscia di vittorie positive e dimostrerebbe che questa squadra è finalmente sul pezzo. Anche quando la partita può essere ritenuta facile.
Dicevamo dei tre nuovi innesti: Schlegel ha scalzato un Koskinen che ultimamente non dava più le garanzie di inizio stagione, Granlund è l’uomo che ha più classe di tutta la squadra e Klok, forse sottovalutato al momento dell’ingaggio, sembra in grado di fornire quella solidità e lucidità che il reparto arretrato aveva bisogno.
Il Lugano, in poche mosse, sembra essere rinato.
Certo, ci sarà poi da pensare al futuro: quello di Schlegel, che sarebbe bello tenere anche se lui giustamente vorrebbe più spazio, e quello di Villa, un giovane che la prossima stagione potrebbe rimpiazzare il partente Riva. E poi c’è Zanetti, che ormai non è più una sorpresa e che è in scadenza di contratto ma che si spera la società possa al più presto rinnovare.
Insomma, questo Lugano deve pensare al presente ma con un occhio già al futuro. Ma questo è compito di Hnat Domenichelli.
Intanto, questa sera intervistato da Teleticino, Mark Arcobello ha confermato che qualcosa a Lugano è cambiato: “Ci siamo resi conto che la situazione stava diventando seria e ci siamo tirati assieme”.
Cosa dire? Meglio tardi che mai. E soprattutto, adesso avanti così.