CALCIO
"Ieri avevo perso le ultime speranze..."
Il direttore generale Nicola Bignotti racconta l'amarezza per il fallimento del FC Chiasso
Pubblicato il 27.01.2023 11:23
di L.S.
Pochi minuti in Pretura per definire il fallimento della SA del FC Chiasso.
Un finale inevitabile, che in fondo era scritto da qualche settimana.
Nicola Bignotti questa mattina si è presentato, unicamente al commissario Turati, davanti al pretore di Mendrisio per assistere alla fine annunciata del club rossoblù. Dopo quasi 118 anni di storia.
Un momento difficile anche per il direttore generale del Chiasso.
“È stata pesante e anche se è durata poco ho avvertito il dolore della situazione. Purtroppo non avendo ricevuto accrediti da parte della società, sono andato in Pretura sapendo già cosa mi aspettava”.
Quando sono venute a mancare le speranze?
“Purtroppo ieri, dopo mille rassicurazioni da parte della proprietà, ho capito che non ce l’avremmo fatta. Prima mi avevano detto che avrebbero mandato 200 mila franchi, poi improvvisamente hanno cambiato la strategia. A quel punto anche l’ultimo lumicino si era spento”.
Come si spiega questo modo di agire da parte della proprietà?
“Ho le mie idee ma le tengo per me, non voglio prendermi delle denunce. Se uno rileva una società e non è in grado di anticipare nemmeno 100 o 200 mila franchi, vuol dire che c’è qualcosa che non va. Purtroppo in tutto questo tempo non è mai arrivato nemmeno un timido segnale di bonifico. Nulla di nulla”.
Si poteva fare qualcosa per evitare questo finale?
“Non lo so, è difficile dirlo adesso. Si è trattato di una concatenazione di situazioni che ha portato a questo fallimento. L’inizio del domino è stata probabilmente la guerra che si è scatenata in Ucraina, che ha reso impossibile la continuazione di Ukrainets e Novoselskyi. Finché c’erano loro, il Chiasso era un’isola felice e dal punto di vista finanziario non ci sono mai stati problemi. Purtroppo dal marzo dello scorso anno la situazione si è viepiù complicata”.
Negli ultimi mesi si era registrata anche una disaffezione da parte del tifoso. Come mai?
“Sì, forse è vero, anche se devo dire che se siamo arrivati fino a oggi, a sperare in un salvataggio in extremis, è stato grazie alla gente del territorio che continua ad avere il Chiasso nel cuore. La verità è che fare calcio a questi livelli in Ticino è molto complicato: ci vogliono alle spalle delle società forti e personaggi capaci di finanziare il club, come sta accadendo in questo momento a Lugano con Mansueto o a Bellinzona con Bentancur”.
Cosa farà adesso Nicola Bignotti?
“È troppo presto per parlare di futuro. Ora devo recuperare un po’ di energie, perché gli ultimi sei mesi sono stati pesanti e soprattutto l’ultimo periodo è stato a dir poco estenuante”.