CALCIO
Se l'attacco non va, bisogna... osare
Croci-Torti le ha provate tutte contro il GC: "tradito" da Steffen, salvato da Aliseda
Pubblicato il 29.01.2023 10:51
di L.S.
Poche occasioni e alla fine un pareggio che è sembrato giusto.
Lugano-Grasshoppers non verrà certo ricordata come una delle partite più memorabili che si siano disputate a Cornaredo.
Poca gente, clima freddo e un avversario, le cavallette, che ha una virtù facilmente riconoscibile: fa giocare male gli avversari. Erà già capitato una settimana fa contro lo Young Boys.
Croci-Torti lo sapeva che la sfida di ieri avrebbe nascosto delle insidie, ma forse si aspettava che il suo Lugano avrebbe comunque creato qualcosa di più. Soprattutto in un primo tempo che definire opaco è poco.
Celar, Bottani, Steffen e Amoura: sulla carta un quartetto che può fare meraviglie e che dispone di talento e classe a livello industriale. Insomma, in poche parole, se questi quattro si accendono, a Lugano ci si diverte. Per fortuna, ogni tanto accade. Non ieri sera però.
Soprattutto nel primo tempo, i bianconeri non sono riusciti a scagliare nemmeno un tiro in porta. Nemmeno uno straccio di occasione da gol. Davvero insolito e inspiegabile.
E se è vero che hanno dovuto convivere con delle assenze importanti come Mai, Hajdari e Mahou (senza contare il portiere Saipi) e con l’infortunio dopo pochi minuti di Arigoni (nella foto Putzu il contrasto in cui, cadendo, si fa male), questo non può spiegare completamente la pochezza dei primi 45 minuti.
Celar, come ha dimostrato nell’azione del gol, ha bisogno di palloni sui piedi, mentre Amoura ha invece bisogno di spazi nei quali lanciarsi con la sua velocità. Anche se è giusto riconoscergli, con l’innesto di Espinoza, una buona attitudine difensiva.
Ecco che allora, a creare qualcosa di significativo, avrebbero dovuto pensarci Bottani e Steffen, entrambi ieri in ombra. Anche se il ticinese nella ripresa ha regalato a Aliseda un gioiello che l’argentino non se l’è sentita di calciare di sinistro. Cosa che invece ha saggiamente fatto a due minuti dalla fine sul sapiente assist di Celar, dimostrando di essere un elemento, come già anticipato dal Crus, in rampa di lancio.
E Steffen? Il nazionale è stata la vera delusione della partita. Impalpabile nel primo tempo, impreciso nella ripresa, dove a partire dai calci d’angolo, ha inanellato un’impressionante serie di errori.
E nel calcio la differenza la fanno i dettagli, che spesso risiedono nei piedi di quei giocatori che hanno nel loro bagaglio il colpo risolutore. Steffen è uno di questi, come aveva dimostrato solo una settimana prima a Sion. E se il Lugano ha fatto uno sforzo economico per prenderlo, è anche per questo motivo.
Al momento del cambio le telecamere hanno inquadrato un giocatore apparentemente infastidito, forse stupito dalla scelta di Croci-Torti. La verità è che il Crus avrebbe potuto operare questo cambio anche qualche minuto prima. L’ingresso di Macek sulla fascia, non certo uno con le caratteristiche di Steffen, ha comunque dato più vitalità alla squadra.  
Ecco che anche ieri, nonostante qualche assenza e la poca brillantezza dei suoi giocatori, il tecnico del Lugano ha saputo in qualche modo ribaltare la squadra. Addirittura spostando a un certo punto Doumbia nella posizione di difensore centrale. Disperazione o intuito? Chissà…