CALCIO
Bentancur e il bivio del calcio ticinese
La protesta contro il patron granata e un futuro ancora tutto da scrivere
Pubblicato il 31.01.2023 11:45
di L.S.
Uno striscione, in mezzo a poche persone, in una domenica pomeriggio fredda e insignificante. 
Tre parole: “Associazione Circo Bentancur”. ACB. Sì, un attacco in piena regola, una protesta che arriva da lontano, che ormai si è radicata in una piccola porzione della tifoseria granata.
Non è soltanto una questione di risultati. Nemmeno la promozione della scorsa stagione, che aveva riportato il Bellinzona in Challenge League, aveva saputo ricreare entusiasmo nella capitale.
E pensare che soltanto qualche anno fa questo club era sceso nell’”inferno” della Seconda Lega regionale, lontano da quell’èlite tanto agognata di cui adesso è invece tornato a far parte.
Ma questo traguardo ovviamente non basta: i tifosi vogliono di più o forse vogliono semplicemente dell’altro. Qualcosa di diverso.
Sì, ma cosa?
La gestione Bentancur è criticata, sembra non piacere. Il patron non fa l’unanimità.
Anche le poche presenze allo stadio sono un segnale di un momento delicato, di un rapporto che sembra ai minimi termini.
Già, ma perché? Sarebbe interessante capirlo.
Colpa dei troppi allenatori cambiati, di una comunicazione non puntuale o di un amore con la città che non è mai veramente sbocciato? Può essere un po’ di tutto questo.
Bentancur, lo avevamo già scritto in altre occasioni, è un patron vulcanico e istintivo, un trascinatore nato, innamorato di quel calcio che gli ha cambiato la vita. E che ogni mattina lo fa alzare con la fame di migliorarsi sempre.
Vuole vincere, senza se e senza ma, a volte in maniera irrazionale, con quella grinta che l’ha fatto diventare un grande nel suo campo.
Un paio di anni fa si è messo in testa di voler prendere una squadra e di provare una nuova esperienza, dall’altra parte della barricata.
Ha scelto il Bellinzona, anche perché conosceva la passione e l’entusiasmo di questa città e la storia di questo club.
Ha rilevato le quote e ha investito tanti soldi, fino ad arrivare a portare il Bellinzona in Challenge League.
Lo ha fatto a modo suo, in maniera un po’ disordinata, con tanta foga e un po’ di irrazionalità. Non ha fatto tutto giusto, lo sa anche lui.
Dalla città ha avuto poco in termini di infrastrutture e lo stadio, con le sue carenze, è lì, sotto gli occhi di tutti.
Ha detto che avrebbe voluto portare in Super League il Bellinzona: difficile che ci riesca quest’anno.
Forse in futuro. Sempre che ci sia ancora un futuro targato Bentancur.
Già, perché a questo punto non si può escludere nulla.
Questi mesi saranno decisivi. E non soltanto per ciò che accadrà sul campo. Difficile pensare che si possa andare avanti così.
A Chiasso si è detto che bisogna ripartire con le forze nostrane, con chi veramente ama il club e i colori rossoblù. Com’era stato fatto a Bellinzona qualche anno fa. E che si sta facendo a Locarno.
Gestioni che ci mettono il cuore, senza dubbio, ma che come insegna la storia, dalle capacità finanziarie e dalle ambizioni limitate.
Siamo arrivati a un bivio: scegliamo, ma poi non lamentiamoci.