HOCKEY
E adesso come la mettiamo?
A dieci partite dalla fine il Lugano si sgretola, l'Ambrì invece sembra in buona forma
Pubblicato il 31.01.2023 22:34
di L.S.
Chi ci capisce qualcosa è bravo. Anzi, un fenomeno. Dopo quattro vittorie di fila e una sconfitta onorevole a Rapperswil, stasera il crollo (1-6) in casa. Incredibile, inaspettato e preoccupante. Molto preoccupante.
Sotto di cinque reti nel primo tempo, di cui quattro subite in tre minuti e otto secondi (!), il Lugano è letteralmente affondato sotto i colpi di un Friborgo che alla fine ha dato l’impressione di non voler infierire più di tanto. E pensare che gli uomini di Dubé avevano segnato soltanto cinque gol nelle ultime quattro partite!
Sarà stata la casualità, il ritorno di Koskinen (nella foto Zocchetti) in porta (sostituito sul 5 a 0) o chissà che altro: una cosa è certa, la sconfitta dovrà essere gestita nel migliore dei modi, perché a dieci partite dalla fine e con un calendario tutt’altro che facile, bisognerà reagire al più presto.
Difficile, per non dire impossibile, analizzare cosa non ha funzionato. Arcobello ha parlato di serata no, di tanti errori che sono costati cari. Insomma, è stata tutta la squadra ad affondare. Anche il suo allenatore, apparso un po’ passivo in panchina: prima nel non chiamare un timeout e poi nel tardivo cambio di un portiere che dopo la tanta tribuna appare sfiduciato e nervoso.
Ora Zugo e poi Kloten, per cercare di risollevare la testa, per continuare a dare un senso a una stagione che è tornata a farsi molto complicata.
Soprattutto dopo la vittoria dell’Ambrì a Zugo e la rimonta di un Losanna che sembra in rampa di lancio.
I leventinesi hanno ribadito di attraversare un buon momento e che a livello di gioco possono ormai tenere testa a chiunque.
Formenton fa numeri da campione (bellissimo il suo gol), Juvonen salva sempre ciò che è umanamente possibile, ma è tutta la squadra che sembra in grado di creare pericoli.
Bello il gol di Heed che ha dato la vittoria nei supplementari: pochi secondi (14 per la precisione) per chiudere con grande determinazione una sfida che l’Ambrì ha meritato di vincere.
Cereda se la ride sotto i baffi: fa esercizio di prudenza, com’è giusto che sia, ma sa che la sua squadra è pronta per la volata finale e che magari le riuscirà l’impresa dello scorso anno.
Il Ticino questa sera va a letto con stati d’animo opposti.
Le ultime dieci partite devono però darci ancora tante risposte.