La vicenda che riguarda la Juve è
complicata e intricata. Si intersecano gli atti della giustizia ordinaria e di quella
sportiva, che hanno dei procedimenti differenti e tempi diversi. Una
questione dove si possono leggere una pletora di giudizi e opinioni. I fatti, per il
momento, riportano, come noto, una penalizzazione da parte del Tribunale
sportivo. Sono state pubblicate le motivazioni che hanno
portato a questa pena. Ne parliamo con Luciano Mondellini,
direttore dell'autorevole sito “Calcio e Finanza”. Giornalista che da tempo si
occupa degli aspetti economici e finanziari legati al mondo del calcio,
in maniera puntuale e analitica.
Che cosa sono le plusvalenze?
“In termini puramente teorici
costituiscono il sale della gestione delle società di calcio. Si scopre e si
cresce un talento, il suo valore aumenta e lo si vende. Il margine ottenuto è la
plusvalenza. È però soltanto un caso di scuola. Più frequentemente infatti si compra
un giocatore, nel corso degli anni il suo valore a bilancio diminuisce, viene
ammortizzato. Se lo si cede a una cifra superiore rispetto al suo valore
residuo si ha una plusvalenza. Si incassa del denaro”.
E quando diventano un problema?
“La plusvalenza vera si basa su un
introito di denaro. Ma ci sono quelle sospette. In molti casi queste si
verificano quando si scambiano calciatori, non c'è transizione di denaro. Sono
scritture contabili, che migliorano solo in apparenza il bilancio”.
Perché è stata indagata la Juve?
“È una società quotata in Borsa. È
sottoposta a una serie di controlli. Deve per esempio adottare dei Principi contabili
internazionali. E stata la Magistratura ad avviare un'inchiesta, avvalendosi dello
strumento delle intercettazioni”.
Un giudizio della sentenza.
“Colpisce l'aumento della
penalizzazione da 9 a 15 punti. È necessario rammentare che la pena dell'ordinamento
sportivo deve essere “afflittiva”. I giudici ritengono che il bilancio sia
stata alterato e per questo secondo la legisilazione sportiva italiana la
sentenza deve incidere da subito sulle prestazioni sportive, sul campo e in
sede di mercato”.
Ci sono altri procedimenti.
“Per la precisione due. Sono stati
accorpati: ancora sulle plusvalenze, definito plusvalenze bis, e quello che riguarda
gli stipendi. Il club aveva comunicato che era riuscito a diminuire
il costo dell'ingaggio dei giocatori, in termini di 4 mensilità.
L'accusa ritiene che la rinuncia dello stipendio sia avvenuta
per un mese soltanto con il pagamento posticipato”.
Una sua previsione.
“È impossibile qualsiasi previsione.
Tutto può accadere. La pena può essere ridotta o aumentata. La procura di
Torino sembra sicura delle carte che ha a disposizione”.
Come ne esce il calcio italiano?
“Malissimo, ancora uno scandalo. Il
danno di immagine a livello internazionale è evidente. Eppure ha ancora un grande
potenziale. Sui diritti televisivi sono arrivate 7 manifestazioni di interesse
anche di Banche importanti, vogliono investire e vedono dei margini di
crescita del prodotto. È un patrimonio da migliorare. Il brand tira ancora, il
mito andrebbe lustrato”.