Il 27
febbraio 1971, giusto 50 anni fa, l’HC Lugano conquistava la sua
prima promozione in Lega Nazionale A (allora si chiamava così).
Grazie al 6-2 inflitto al Friburgo in una Resega festante, i
bianconeri raggiunsero l’Ambrì Piotta, che l’anno prima era
salito nella massima serie. Stava per nascere un acceso dualismo
cantonale che negli anni a seguire avrebbe scritto memorabili ma
anche imbarazzanti pagine di hockey. Ma torniamo in argomento,
torniamo a quel Lugano presieduto da Luigi Borioli, un appassionato
e generoso dirigente che costruì una squadra solida, compatta e pure
talentuosa. Ma che non partì per vincere il campionato. Come ci
spiega Bernard Côté, grande protagonista di quella cavalcata
vincente: “Volevamo
disputare una stagione fra i primi ma senza avere l’obbligo di
andare in LNA”. Il
popolare attaccante canadese era giunto a Lugano nell’estate del
1970 (proveniva dal Sudafrica, dove aveva giocato per sei mesi). A
quei tempi i giocatori nordamericani erano chiamati spesso e
volentieri a disputare tornei “improbabili” ma parecchio
remunerativi. “Arrivai
in Ticino grazie a Zimmermann, che fece il mio nome al presidente
Borioli. Da allora non ho più lasciato questa meravigliosa terra.
Sono passati 50 anni, e sono ancora qui”.
Bernie:
cosa ricorda di quella stagione?
Al
di là della promozione, che generò in città un entusiasmo popolare
incredibile, ricordo con molto piacere ed affetto i valori tecnici e
morali di quella squadra. In particolare era un gruppo di amici, di
persone che si frequentavano anche fuori dalla pista. Questo secondo
me fu il vero segreto del successo. Nello spogliatoio c’era
allegria e complicità, quando qualcuno era in difficoltà si faceva
il massimo per aiutarlo. Ci si allenava sempre alla sera, perché il
professionismo era ancora un lusso che poche società si potevano
permettere. Io, per esempio, lavoravo alla Migros di Besso”
Il
Lugano fu protagonista nelle due fasi del campionato.
Furono
due gli avversari più temibili di quella stagione: il Davos nella
prima parte e il Losanna nella seconda. Ci furono duelli durissimi ma
la qualità della nostra rosa e lo spirito di squadra, alla fine
fecero la differenza. Non dimentichiamo che potevamo contare
sull’apporto di un grande portiere come Alfio Molina, di un
difensore elegante e intelligente come Papi Friedrich, il nostro
capitano, ed una serie di attaccanti di razza quali Silvio e Arturo
Baldi, “ceco” Blazek, Agustoni, Zimmermann, oltre i vari Ringier,
Brambilla e Guidici.
La
partita contro il Friburgo decise la stagione anche se fondamentale
fu Lugano-Losanna.
Esatto.
I vodesi erano i nostri principali avversari e la sfida interna nel
torneo di promozione fu una autentica battaglia. Se non sbaglio
vincemmo 3-1, e alla fine eravamo tutti stremati. Alla Resega era
presenti ben 7 mila spettatori! Già a quei tempi l’hockey era
molto sentito.
La
sera della promozione ci fu una grande festa.
Molto
simile a quelle poi avvenute negli anni dei 7 titoli o della seconda
promozione in LNA. Piazza piena, sindaco che premia la squadra e
tifosi …impazziti. Con i compagni e i fans festeggiammo tutta la
notte, alcuni tornarono a casa solo alle prime luci dell’alba,
altri dopo… Nel 1971 il Lugano entrò nell’elite: e questo era
sicuramente un fatto eccezionale. Un club dell’estremo Sud della
Svizzera avrebbe lottato contro i big d’oltre Gottardo. Mai
successo prima.
Lei
era considerato un giocatore spettacolare. Quando toccava il disco
non si sapeva mai cosa potesse succedere. Ricordiamo le sue
serpentine fra avversari attoniti.
Mi
capitava di partire dietro la gabbia di Molina e dribblare gli
avversari prima di arrivare davanti alla porta avversaria. Una specie
di “coast to coast”. Qualche volta riuscivo pure a segnare. Con
l’hockey di oggi non sarebbe possibile (ride).
Bernie:
cos’è rimasto di quell’esperienza?
L’amicizia che esiste tuttora fra i protagonisti di quei tempi. Prima dell’arrivo della pandemia, il sottoscritto e alcuni giocatori del 1971 (Ringier, Giudici fra gli altri) ci trovavamo in tribuna ad assistere alle partite del Lugano. Bello no? Contiamo di tornare presto in pista…
L’amicizia che esiste tuttora fra i protagonisti di quei tempi. Prima dell’arrivo della pandemia, il sottoscritto e alcuni giocatori del 1971 (Ringier, Giudici fra gli altri) ci trovavamo in tribuna ad assistere alle partite del Lugano. Bello no? Contiamo di tornare presto in pista…