Miodrag “Mio”
Mitrovic era rientrato in Ticino con una valigia piena di speranze. Una valigia
che negli anni ha saputo riempire di belle e positive esperienze. Affascinante
quella vissuta in Romania nelle fila del Craiova, tornato a vincere la Coppa
dopo 25 anni, per non dire dell’ultima in Bulgaria con il Cherno More. Al suo
arrivo alla corte di Caggiano aveva dichiarato: “La chiamata del Paradiso è
arrivata al momento giusto, ho dato priorità al rientro a casa per stare vicino
alla mia famiglia” (c’era di mezzo anche il coronavirus, ndr). L’aveva definita
una scelta di vita, con grande felicità era poi approdato a Chiasso, convinto
di avere operato la scelta giusta: “Premesso che entrambe le società mi sono
state di grande aiuto, sono contento di giocare per una squadra così ricca di
storia”.
Il resto è realtà di oggi. Il pallone al Riva IV era già “avvelenato” prima ancora di iniziare il campionato dal quale il Chiasso è stato cancellato. Alcuni mesi fa avevamo chiesto al capitano dei rossoblù, la cui brillante carriera è partita dallo stadio del Lido, se gli stipendi fossero stati versati. Ci aveva risposto laconicamente: “Solo qualcosa”.
Il resto è realtà di oggi. Il pallone al Riva IV era già “avvelenato” prima ancora di iniziare il campionato dal quale il Chiasso è stato cancellato. Alcuni mesi fa avevamo chiesto al capitano dei rossoblù, la cui brillante carriera è partita dallo stadio del Lido, se gli stipendi fossero stati versati. Ci aveva risposto laconicamente: “Solo qualcosa”.
“Mio”,
senza scatenare discussioni che poi lasciano il tempo che trovano, possiamo
dire che voi giocatori speravate di venirne fuori?
“Sì, la speranza è sempre l’ultima a morire. All’arrivo dei “nuovi proprietari”, ci stavamo credendo tutti (alla salvezza di una società che stava barcollando da tempo, ndr). Infatti dopo i colloqui che ci sono stati eravamo fiduciosi che la situazione si potesse sistemare,”.
“Sì, la speranza è sempre l’ultima a morire. All’arrivo dei “nuovi proprietari”, ci stavamo credendo tutti (alla salvezza di una società che stava barcollando da tempo, ndr). Infatti dopo i colloqui che ci sono stati eravamo fiduciosi che la situazione si potesse sistemare,”.
Che tipo
di colloqui?
“Interessanti, direi anche positivi. Loro si sono esposti con chiarezza, il fatto che siano poi spariti è stata una doccia… scozzese”.
“Interessanti, direi anche positivi. Loro si sono esposti con chiarezza, il fatto che siano poi spariti è stata una doccia… scozzese”.
Una fuga
difficile da spiegare e da capire:
“Soprattutto da capire. Da come hanno parlato, ci avevano dato l’idea di… cavalcare l’onda. È successo qualcosa di inspiegabile”.
“Soprattutto da capire. Da come hanno parlato, ci avevano dato l’idea di… cavalcare l’onda. È successo qualcosa di inspiegabile”.
C’è stato
un contatto diretto?
“3-4 giorni dopo la ripresa degli allenamenti si sono presentati a tutta la squadra assicurando che ci sarebbe stato un colloquio a quattr’occhi”.
“3-4 giorni dopo la ripresa degli allenamenti si sono presentati a tutta la squadra assicurando che ci sarebbe stato un colloquio a quattr’occhi”.
È andata
così?
"Sì sì, proprio così! Ci hanno garantito che la loro priorità era quella di sistemare la situazione finanziaria”.
"Sì sì, proprio così! Ci hanno garantito che la loro priorità era quella di sistemare la situazione finanziaria”.
Hai avuto
l’impressione di qualcosa di sbrigativo, intendo dire 2-3 minuti, o vi siete
trattenuti più a lungo?
“Abbiamo parlato una decina di minuti. Hanno ascoltato ognuno di noi sulle varie problematiche esistenti. Si è discusso anche su altri argomenti, a livello di possibili cambiamenti di staff e altro”.
“Abbiamo parlato una decina di minuti. Hanno ascoltato ognuno di noi sulle varie problematiche esistenti. Si è discusso anche su altri argomenti, a livello di possibili cambiamenti di staff e altro”.
Vi hanno posto
domande precise?
“Volevano sapere dei nostri problemi (stipendi non più versati da mesi, per qualche giocatore l’ultimo mensile, versato in ritardo, era datato luglio – ndr). Da quel giorno non abbiamo però più sentito niente, se non che erano rientrati in Spagna”.
“Volevano sapere dei nostri problemi (stipendi non più versati da mesi, per qualche giocatore l’ultimo mensile, versato in ritardo, era datato luglio – ndr). Da quel giorno non abbiamo però più sentito niente, se non che erano rientrati in Spagna”.
Uscendo
dagli uffici eravate fiduciosi?
“Certamente! Sperare di venirne fuori era legittimo. Ma è successo che non sono tornati né martedì, né giovedì. È lì che abbiamo capito di essere stati “traditi” anche dalla speranza!”.
“Certamente! Sperare di venirne fuori era legittimo. Ma è successo che non sono tornati né martedì, né giovedì. È lì che abbiamo capito di essere stati “traditi” anche dalla speranza!”.
Una situazione
drammatica con risvolti economici allarmanti per chi di voi ha famiglia come
te:
“Non è per niente facile ‘vivere’ in questo modo. Anche a livello sportivo si tratta di un brutto colpo. Fosse successo a dicembre magari qualche porta avrei trovata aperta. I campionati a fine gennaio sono ripartiti, le squadre si sono già mosse sul mercato. Questo mi fa tanta rabbia!”.
“Non è per niente facile ‘vivere’ in questo modo. Anche a livello sportivo si tratta di un brutto colpo. Fosse successo a dicembre magari qualche porta avrei trovata aperta. I campionati a fine gennaio sono ripartiti, le squadre si sono già mosse sul mercato. Questo mi fa tanta rabbia!”.
Bastaaaaa…
vien voglia di gridare:
“Spero veramente di trovare al più presto una soluzione. Ho accettato di andare a Chiasso perché avevo percepito sensazioni favorevoli, direi anche rassicuranti. Il primo anno è in effetti andato tutto alla grande, era un piacere andare al campo, c’era una grande armonia, un’organizzazione efficiente, si lavorava bene. Era un calcio felice quello della passata stagione! Quest’anno è cambiato tutto in negativo, quella di venerdì 27 è stata una mazzata tremenda anche per noi giocatori”.
“Spero veramente di trovare al più presto una soluzione. Ho accettato di andare a Chiasso perché avevo percepito sensazioni favorevoli, direi anche rassicuranti. Il primo anno è in effetti andato tutto alla grande, era un piacere andare al campo, c’era una grande armonia, un’organizzazione efficiente, si lavorava bene. Era un calcio felice quello della passata stagione! Quest’anno è cambiato tutto in negativo, quella di venerdì 27 è stata una mazzata tremenda anche per noi giocatori”.