MONDIALI IN QATAR
Se 6750 vi sembrano pochi
Il calcio senza limiti
Pubblicato il 27.02.2021 12:53
di Angelo Lungo
La prima partita si dovrebbe giocare lunedì 21 novembre 2022 alle ore 11 delle nostre latitudini. Si sta parlando dei Mondiali di calcio in Qatar che si terranno dal 21 novembre al 18 dicembre. Abituati a “notti magiche” estive, ci troveremo a esultare in pieno autunno. I fini e astuti strateghi della Fifa hanno stabilito: nessuna Confederazione può ospitare un Campionato mondiale fino alla terza edizione successiva disputata in un Paese a essa iscritta, per cui dopo Sudafrica 2010, Brasile 2014 e Russia 2018 le alternative erano “scientificamente” ridotte.
Risultato: assegnazione della massima rassegna “pallonara” al Qatar che conta una popolazione di 235000 milioni di abitanti.
Anomalie: necessità di stravolgere i calendari dei campionati nazionali, mai un paese così piccolo aveva organizzato un simile evento.
L’operazione ha cambiato il volto del paese mediorientale, la spesa totale ha sfondato i 150 miliardi di dollari.
Stadi avveniristici, arene refrigerate, stilizzate all’inverosimile in modo tale che Ronaldo, Messi e Mbappé possano sfoderare il loro talento.
Ma c’è un dato che dovrebbe far riflettere e forse fermarsi: il giornale inglese “The Guardian” sostiene che almeno 6750 operai, cifra arrotondata per difetto, siano morti.
Lavoratori sottopagati provenienti da India, Pakistan, Nepal, Bangladesh e Sri Lanka sono caduti da impalcature, collassati nello loro baracche, deceduti per asfissia.
E gli Stati? E la Fifa? E le singole Federazioni? E l’opinione pubblica?
Che il pallone debba giocoforza rotolare, che lo spettacolo non può essere fermato è evidente e purtroppo incontrovertibile.
La parola boicottaggio non può essere pronunciata perché antistorica e velata di un fallace idealismo.
Se questo è un Mondiale da seguire.