CALCIO
Caggiano, le verità nascoste
Paradiso e la tribuna della discordia che non verrà mai
Pubblicato il 07.02.2023 15:19
di Enrico Lafranchi
Il Comune di Collina d’Oro gli risponde picche, a questo punto Antonio Caggiano invece del computer usa la ‘penna’, anzi no, la voce. La voce di un presidente che non ha l’abitudine di parlare a vuoto, lo sappiamo, e sempre disposto a un dialogo costruttivo. Ospite de “Il Mattino della domenica”, cui ha rilasciato una lunga intervista, il ‘presidentissimo’ del Paradiso 24 ore dopo si rende conto, da buon leghista, che al collega Mauro Antonini ha parlato un po’ sottotono, probabilmente per ‘questioni interne’ (si offende se gli diciamo che non si è dotato del coraggio necessario, riconosce tuttavia di “essere stato sapientemente diplomatico”).
Prendendo come spunto l’ultimo colloquio avuto con il vicesindaco e capo-dicastero (Edilizia) Davide Bonvicini, non esita a “picconare” le suddette autorità. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è proprio stata una dichiarazione dello stesso capo-dicastero secondo il quale al Pian Scairolo non sarà consentito costruire una tribuna da ‘vero’ stadio (della capienza di 300 posti, tanto per capirci, non mille!). Caggiano, lo si deduce dalla sua impennata d’orgoglio, non ci sta a questi “scherzi” anche se siamo in periodo di carnevale. Ci mette comunque dell’humor: “Vuol dire che farò erigere una tribunetta di 10 posti, e magari anche riscaldati…”.
Caggiano, perché ha un diavolo per capello? 
“Il Comune di Collina d’Oro il 20 settembre 2022 si era espresso sulla nostra domanda di costruzione precisando che si sarebbero potute costruire solo strutture di piccole entità. Quindi a suo avviso anche se il Municipio di Paradiso, come è nel nostro diritto, chiederà di pubblicare finalmente la nostra domanda di costruzione all’Albo comunale, Collina d’Oro risponderà di no”.
In alto i cuori di buon vicinato!
“Lo reputo un atteggiamento inammissibile tra due Comuni che a livello calcistico, tramite i nostri ragazzi, collaborano da oltre 20 anni”.
Restiamo al punto più controverso, la tribuna di 300 posti: come si spiega questo modo di pigliare tempo da parte di Collina d’Oro? 
“Buona domanda! I 300 posti in tribuna equivalgono a 300 in piedi che sono poi la nostra media-spettatori. Non è che facciamo qualcosa di megagalattico…”.
È proprio una necessità impellente questa struttura in uno spazio così ristretto? 
“Direi di sì. Il nostro Centro è ormai datato, con questi investimenti non dico che sarà qualcosa all’avanguardia però diventerà più ospitale, più comodo per la gente e anche più caloroso (il pres. conta di portare l’affluenza ad una media di 500-700 spettatori a partita, ndr)”.
 La cosa che più la infastidisce? 
“Il fatto che il Comune di Collina d’Oro per un ‘cavillo’ puramente soggettivo blocchi un progetto del genere mentre quello di Paradiso, e in primis il sindaco Ettore Vismara, ha stanziato un credito di 650 mila franchi, già approvato dal Consiglio comunale. È il colmo dei colmi”.
E quella più imbarazzante? 
“Quando arrivano le squadre della Svizzera interna faccio salti mortali per garantire loro un’accoglienza dignitosa che è poi quello che capita a noi quando giochiamo in trasferta. Tutto il nostro entourage è entusiasta di questo investimento (tribuna e ristorante, ndr), ammetto che talvolta queste nostre “défaillances” ci fanno vergognare”.
Pensa che ce l’abbiano con lei in Collina? 
“Questo non l’ho mai pensato, sappiamo però che l’invidia è una ‘brutta bestia’. Siamo riusciti a crearci una posizione importante, esattamente come la seconda squadra del Lugano. Noi però senza l’aiuto di nessuno”.
Cambiamo decisamente tema: alcune “voci” davano Sannino sul piede di partenza. È un’altra sua ‘preoccupazione’ il mister? 
“Dico solo che Sannino ha prima di tutto un rapporto di amicizia con il presidente che va al di là dell’aspetto calcistico. La seconda cosa che tengo a precisare è che il mister ha un contratto di ferro con il Paradiso. Non vedo quindi perché dovrebbe lasciarci (il suo nome era stato fatto per l’Ascoli, ndr). Vorrei anche sottolineare che non è tanto l’aspetto contrattuale quanto il legame che ci lega reciprocamente a rendermi sereno e tranquillo”.
Ne è convinto al cento per cento? 
“Sono appena stato a cena con lui. Beppe vuole vincere a Paradiso!”.