Diamo i numeri, dai. Tranquilli:
non stiamo impazzendo. Bellinzona si appresta a festeggiare il carnevale,
certo, ma quanto vi stiamo per raccontare non ha nulla a che fare con i
bagordi. Da più parti è stato detto e scritto che, tutto sommato, la stagione
dell’ACB fino a questo momento si può considerare positiva, essendo una
neopromossa. Ma ne siamo poi così certi? Andate a dare un’occhiata alla
classifica, alle cifre nude e crude. Noi l’abbiamo fatto. Le abbiamo
sviscerate, analizzate, approfondite, masticate e persino un po’ coccolate,
sperando magari di addolcirle. Non ci siamo riusciti. D’altronde i miracoli,
anche all’ombra dei castelli, non accadono mica ogni giorno. Finiti i tempi dei
17.000 spettatori per assistere alla sfida fra i granata e il Losanna, nel
1986, con poker di gol di un certo Paulo Cesar.
Allora in città si ballava la
samba. Oggi va di moda il tango della Cumparsita in stile uruguagio. Ma
della famosa garra charrua nemmeno l’ombra. In 20 partite il club della
capitale ha messo in carniere 23 punti. Una media da squadra che più che alla
promozione può puntare ad una salvezza col fiatone. Ha perso 11 match, tanti
quanti quelli dello Xamax che oramai da diversi turni è laggiù, in fondo alla
graduatoria, solo soletto (ma pronto a fare lo scherzetto). Eccoci alle reti.
Ben 39 quelle incassate (la peggior difesa, appena meglio dell’Aarau con 38) e
24 quelle segnate (solo lo Sciaffusa, con 21, ha fatto peggio). L’ACB, in
campionato, non buca la rete avversaria da ben 312 minuti. L’ultima esultanza è
stata quella di Pollero (nella foto Putzu), il 18 novembre scorso al Comunale, nell’illusorio
vantaggio contro il Thun (la partita finì 1-3 per i bernesi).
Il Bellinzona, ottavo, si trova a
15 punti dai leader Wil e Yverdon e a 11 dal terzo posto, attualmente occupato
dal Losanna. In una stagione normale per essere promossi servono tra i 60 e i 70
punti, mentre per salvarsi ne bastano 40-45. Cosa significa tutto ciò? Che
all’ACB ne mancano 17-20 per stare tranquilla e ben 40-45 per sognare. In
parole povere, se davvero si vuole andare in Super League (ma ora come ora pare
pura utopia), da questo momento bisogna vincerne almeno 13 sulle 16 rimanenti.
Concorderete con chi scrive che l’impresa è a dir poco impossibile. Tanto più
che le prossime tre sfide (contro, nell’ordine, Sciaffusa, Losanna ed Aarau), è
banale dirlo, saranno decisive. O i granata invertono finalmente la rotta o,
ahinoi, vanno dritti dritti verso il tracollo.
Un aspetto positivo c’è, tutto
sommato, in quella che avrebbe dovuto essere una cavalcata trionfale (con
sottofondo l’“Inno alla gioia” di Beethoven) e che invece si sta trasformando
in una tragicommedia. Si ha la grandissima opportunità di iniziare fin da
subito a preparare al meglio la prossima stagione, integrando i nuovi acquisti.
Sempre che sulla panchina rimarrà mister Maccoppi. In cinque lustri di carriera
ha cambiato una ventina di squadre. Speriamo che possa trovare nella capitale
ticinese quella tranquillità che manca tremendamente, oggi, alla sua squadra.