HOCKEY
"Il progetto è più importante della qualità dei giocatori"
Luca Gianinazzi ha parlato ieri dei suoi primi quattro mesi alla guida dell'HC Lugano
Pubblicato il 10.02.2023 10:08
di Red.
Si tocca spesso la manica della giacca, quella con il logo dell’HC Lugano, parla con grande chiarezza e semplicità, dimostrando di essere ormai a suo agio anche davanti alle telecamere.
La prima apparizione di Luca Gianinazzi a Fuorigioco è andata decisamente bene.
Il tecnico bianconero ha parlato dei primi momenti difficili e delle ultime settimane, che invece hanno visto lui e la sua squadra in grande progressione.
“Non avrei accettato un incarico di solo due o tre partite: non avrei lasciato i ragazzi che stavo allenando se non ci fosse stato un progetto a lungo termine. Era una forma di rispetto nei loro confronti”.
Voleva rassicurazioni e le ha avute. Si capisce che il Giana è un tipo, almeno apparentemente, sicuro di ciò che sta facendo su una panchina che negli ultimi anni non è mai stata facile. Alla faccia dei suoi 30 anni che ne fanno, come ha ricordato Patrick Della Valle, il coach più giovane dell’intera Europa.
Il passaggio dagli U20 del Lugano alla prima squadra ha ovviamente comportato anche un salto a livello di popolarità.
“Non ero stato un grande giocatore e perciò non avevo mai avuto le luci dei riflettori addosso. Adesso il rapporto con la gente è cambiato, ma devo dire che sebbene non sia un tipo molto espansivo, fa piacere questa popolarità”.
Non solo con i tifosi, ma soprattutto con i giocatori, il rapporto è inevitabilmente diverso. Da giovani con una carriera ancora tutta da scoprire, a professionisti affermati.
“Io però sono rimasto sempre me stesso, non mi sono mai sforzato di essere quello che non sono. Anche i giocatori della prima squadra sono persone per cui il rapporto personale è vitale. La parte privata di ognuno è molto importante”.
Esce, com’è normale che sia, la parola pressione.
“Parola che non mi piace, ci sono professioni dove veramente esiste la pressione. Noi invece siamo dei privilegiati, che cerchiamo di regalare delle emozioni agli appassionati. La parte emozionale del nostro lavoro è decisamente la più bella”.
Si torna indietro di qualche mese, a quel mese di ottobre in cui il Giana ha preso il posto di McSorley.
“Non mi piace parlare del lavoro fatto prima del mio arrivo. Settembre e ottobre sono stati mesi disastrosi per l’HC Lugano, ma dal primo novembre saremmo al quinto posto. Direi che c’è stata una bella crescita. Quando sono arrivato ho trovato un gruppo fragile a livello mentale ma con il tempo ci abbiamo lavorato su”.
Contano i risultati, ma come dice anche il “maestro” Bielsa, “conta il processo che ti porta al risultato”. È questa la filosofia di questo 30.enne a cui il Lugano sembra voler affidare il suo futuro.
Intanto però c’è una classifica da osservare e otto partite da giocare “come se fossero otto battaglie”. Poi, a stagione conclusa, si potrà parlare di futuro.
“Ci siederemo al tavolo e come ha già detto anche Vicky, comunicheremo quali saranno i nostri progetti per il futuro. L’importante per me è che la squadra sia sempre competitiva, pronta per vincere la prossima partita”.
L'importanza del progetto, più dei giocatori. Per Gianinazzi non sembrano esserci dubbi.
“La qualità dei giocatori è importante, ma credo che ancora di più lo sia il progetto e come si lavora. È un processo di crescita che ha bisogno di tempo, ma inevitabile se si vuole arrivare un giorno a vincere. Basterebbe guardare il Rapperswil: ha davvero più qualità di un Losanna”?
Domenichelli aveva parlato di un rinnovo che forse sarebbe arrivato nelle prossime settimane, ma il Giana puntualizza.
“Mi è stato adattato il contratto che avevo da allenatore dell’Under 20: ora ne ho a tutti gli effetti uno da professionista. Si tratta di un contratto indeterminato e a me sinceramente va bene così. Sono contento della fiducia che mi ha dato la società e non credo che ci saranno novità in questo senso”.