I granata, che con Raineri
erano andati alla deriva nel momento clou del girone d’andata (“Andremo a
vincere a Sciaffusa” – era stato detto in vista dell’ultima gara dopo il passo
falso con il Thun), si ripresentano al Comunale (ore 14.15) affrontando, guarda
un po’, proprio i gialloneri renani. Maccoppi ha già alle spalle due sconfitte.
È stato chiamato all’opera all’ultimo momento, convinto di portare a una
crescita di rendimento una squadra che nelle ultime cinque partite aveva
totalizzato la miseria di 1 punto. C’era in effetti in tutti (il mister di
Milano aveva fatto bene in Bulgaria pur non riuscendo a evitare la
retrocessione della compagine che gli era stata affidata) la concreta speranza
che il campionato per i granata si presentasse in discesa. Ma le cose sono
andate ben diversamente. Il Bellinzona è rimasto al palo incappando in due
sconfitte di fila. Subendo per di più 5 gol e non segnandone nemmeno uno.
Preoccupante!
La squadra ha cominciato a balbettare già nella prima gara giocata in casa contro l’Yverdon e una settimana dopo è incappata nell’undicesima (!) sconfitta stagionale subendo altre tre ‘pappine’ alla Lidl Arena. Adesso la classifica piange, il ruolino di marcia è quello di squadra da retrocessione. In un campionato normale (con più di 10 squadre, ovvio) come lo è stato in passato quello di LNA/LNB (e tornerà presto a essere) ci sarebbero due retrocessioni per cui non è il caso, ci sembra, di preoccuparsi più di tanto visto che a scottare sarà soltanto il decimo posto dal quale non riesce a risalire lo Xamax, sempre buon ultimo a 10 lunghezze (con una gara giocata in più, quella persa venerdì contro il Losanna).
L’impressione è che i granata stiano dando il massimo di quanto sono in grado di dare. Per favore, nessuno chieda più a Mihajlovic e compagni la promozione! Domandiamoci piuttosto come mai questi ragazzi tanto pimpanti in avvio di stagione con David Sesa abbiano perso in grinta e dinamicità. Sono incapaci di reagire, giocano senza né rabbia né ‘cattiveria’ (quella sana, per intenderci, che fa vincere duelli e contrasti), sono distratti sulle palle inattive (di più, sempre di più). Insomma, Maccoppi c’è o non c’è? Per il mister sarà difficile, se non impossibile, recuperare il loro spirito che oggi ha tutta l’aria di ragazzi perdenti. Bando a sensazioni e a supposizioni. Contro lo Sciaffusa i tre punti sono d’obbligo. Il tempo di recupero è terminato. Sia per i giocatori che per lo staff.
La squadra ha cominciato a balbettare già nella prima gara giocata in casa contro l’Yverdon e una settimana dopo è incappata nell’undicesima (!) sconfitta stagionale subendo altre tre ‘pappine’ alla Lidl Arena. Adesso la classifica piange, il ruolino di marcia è quello di squadra da retrocessione. In un campionato normale (con più di 10 squadre, ovvio) come lo è stato in passato quello di LNA/LNB (e tornerà presto a essere) ci sarebbero due retrocessioni per cui non è il caso, ci sembra, di preoccuparsi più di tanto visto che a scottare sarà soltanto il decimo posto dal quale non riesce a risalire lo Xamax, sempre buon ultimo a 10 lunghezze (con una gara giocata in più, quella persa venerdì contro il Losanna).
L’impressione è che i granata stiano dando il massimo di quanto sono in grado di dare. Per favore, nessuno chieda più a Mihajlovic e compagni la promozione! Domandiamoci piuttosto come mai questi ragazzi tanto pimpanti in avvio di stagione con David Sesa abbiano perso in grinta e dinamicità. Sono incapaci di reagire, giocano senza né rabbia né ‘cattiveria’ (quella sana, per intenderci, che fa vincere duelli e contrasti), sono distratti sulle palle inattive (di più, sempre di più). Insomma, Maccoppi c’è o non c’è? Per il mister sarà difficile, se non impossibile, recuperare il loro spirito che oggi ha tutta l’aria di ragazzi perdenti. Bando a sensazioni e a supposizioni. Contro lo Sciaffusa i tre punti sono d’obbligo. Il tempo di recupero è terminato. Sia per i giocatori che per lo staff.
Sulla panchina della
compagine del Reno ritroviamo una vecchia conoscenza: André “Bigi” Meier (nella
foto), calciatore di classe dal passato glorioso nel Grasshopper con cui ha
vinto 5 titoli con doppietta coppa-campionato nel 1983. Meier ha giocato con le
indimenticabili “cavallette” Deck, Berbig, Grahn, Ponte, Sulser, Heinz Hermann,
Schällibaum… “Tempi fantastici – ci dice – il GC era una squadra splendida…”. Oggi
Bigi siede sulla panchina accanto a Yakin: “Il presidente Klein (ai tempi DS
del Winterthur, ndr) mi ha chiamato in attesa che i requisiti di Hakan (era in
attesa del patentino dalla Turchia, ndr) fossero soddisfatti. Ho accettato con
piacere di dare una mano a Roland (il pres., ndr) e allo staff, ma pensavo
fosse qualcosa di temporaneo. Invece è successo che sono sempre qui (ride…). Sono
naturalmente contento di esserci rimasto (Meier tra l’altro è in possesso del
certificato Uefa-Pro) ed entusiasta di questo mio ritorno nel calcio che conta.
Lo affermo in tutta sincerità… (funge da consulente tecnico, ndr)”. Tanti
ricordi, da giocatore, legati anche al Comunale: “Venire in Ticino era un grosso
problema per noi della Svizzera interna, forse lo è ancora oggi, non so... Ci
trovavamo di fronte a squadre che giocavano sempre al massimo delle loro
possibilità, a Bellinzona in particolare dovevamo fare i conti anche con un
pubblico molto appassionato”. I tempi sono cambiati anche per Bigi la cui
carriera è rimasta racchiusa praticamente in due sole squadre: quella della
Limmat e il Lucerna (di cui è pure stato allenatore ad interim) da dove è
partito vestendo anche la maglia rossocrociata (in nazionale c’erano fra gli
altri Bizzini, Sulser, Boffi) e conclusasi all’Hardturm nell’ ’83. Di anni ne
sono trascorsi parecchi ma è davvero il caso di dire che il calcio è sempre… calcio!
Il settantatreenne lucernese mette in evidenza la bontà della politica
societaria degli sciaffusani improntata sulla ‘linea giovane’: “Per me è qualcosa
di straordinario vedere quanto sia profondo l’attaccamento alla maglia dei
ragazzi e grande l’affetto degli tifosi”. In buona parte si tratta di giocatori
sulla ventina. Fanno eccezione il portiere Francesco Ruberto, ventinovenne, e
l’argentino Marcelo Bobadilla (35 anni) miglior realizzatore (6 gol come
Rodrigo Pollero). Il punto di forza della squadra non è sicuramente l’attacco
(tre reti in meno delle 24 granata), la differenza sta nella difesa (il punto
debole del Bellinzona che ne ha incassate 11 in più).
Due squadre decisamente
spuntate per cui non dovrebbe essere un’impresa da titani per i granata venirne
a capo. Le premesse sono buone, la squadra si è allenata come sempre con grande
intensità. Non ci sono giocatori squalificati, qualcuno è acciaccato ma sarà
verosimilmente recuperato. Dunque disco verde per quel che riguarda la
formazione che andrà in campo. Con la speranza che non si trasformi alle ore 16
in un altro disco rosso.