Pensieri spettinati
L’aforisma svela ma non rivela
Dice e contraddice
Pubblicato il 28.02.2021 12:59
di Angelo Lungo
Aforisma significa definizione, intende riassumere con parole brevi e sentenziose una verità, impartire una regola, proporre una massima di vita.
È ironico, beffardo, sardonico, folgora, spiazza, provoca.
Scrive l’aforista Enzo Raffaele: “Credi in te, Dio capirà”.
È un genere letterario la cui origine risale alla pubblicazione di “Aforismi”, un’opera del medico greco Ippocrate (quello del famoso giuramento) vissuto tra il 460 a.C. e il 377 a.C.
“La vita è breve, l’arte è lunga, l’occasione è fugace, l’esperienza è fallace, il giudizio è difficile”.
Michel de Montaigne nacque a Bordeaux il 28 febbraio del 1533, filosofo, scrittore, politico e geniale aforista. Fu educato alla tolleranza, alla libertà e ad avere una mente aperta. Adoperava la scrittura per indagare il proprio mondo interiore, una sorta di terapia catartica: per raggiungere la serenità ed esorcizzare sofferenze e inquietudini.
Era convinto che l’uomo fosse troppo borioso e saccente: ponendosi al centro di tutto. Caduca, invece, era la sua condizione: volubile, incostante e in balia di passioni cangianti.
“La presunzione è la nostra malattia e originaria. La più calamitosa e fragile di tutte le creature è l’uomo, e al tempo stesso la più orgogliosa”.
Il francese prendeva spunto dalla sua vita per esplorare “l'humaine condition” con uno stile spontaneo e colloquiale, non si curava delle critiche.
Riteneva la paura il maggiore assillo dell’esistenza.
“La paura è la cosa di cui ho più paura”.
Nel tempo dei social l’aforisma è stato riscoperto, ci sono un profluvio di citazioni, forse perché l’uomo è un indefesso ricercatore di significati.
Probabilmente a condurci, però, non ci sono: né il dubbio né la curiosità, ma forse tanto tormento, molta irrequietezza e pure moralismo.
Ci può dare sollievo, ancora, l’icastico Enzo Raffaele: “L’unico senso della vita è il senso dell’umorismo”.