CALCIO
Renato, ora tocca a te!
Il nazionale bianconero Steffen al centro di un caso che soltanto lui può risolvere
Pubblicato il 17.02.2023 09:56
di Silvano Pulga
Diciamolo: sul caso Renato Steffen, siamo stupiti dello stupore. Va detto che le parole di Carlos Da Silva, che abbiamo letto ieri sull’Eco, sono logiche e prevedibili come la grigliata del primo di agosto, dopo l’intervista apparsa sul Corriere. Ma, rispetto ai contenuti della medesima al nazionale rossocrociato, non si è letto nulla che non appartenga al personaggio il quale, come sappiamo, non è secondo a nessuno dal punto di vista del carattere. 
Ciò che è apparso oggettivo, in questo periodo, è il rendimento al di sotto delle aspettative del giocatore, per cause un po’ imputabili alle non perfette condizioni fisiche dello stesso, e un po’ al periodo appannato di tutto il gruppo, per le ragioni più volte rappresentate in queste settimane: assenze chiave, fatica delle seconde linee a inserirsi nei meccanismi di gioco, necessità di adattare gli stessi alle caratteristiche dei nuovi interpreti e, per finire, qualche problema di qualità negli ultimi 25 metri. E, in quest’ultimo aspetto, l’ex giocatore di Basilea e Young Boys ci ha messo qualcosa di suo. 
Detto questo, Renato Steffen è uno che, quando gioca male, si arrabbia. Parecchio. S’innervosisce quando lo sostituiscono, per esempio. E non è che gli passa finita la doccia: no (parole del Crus), resta nervoso tutta la settimana. E, quando dopo sette giorni di allenamenti coi parastinchi, viene tolto di nuovo, prima del termine della partita, figuriamoci come si possa sentire. Questo per dire che le sue parole non ci sono apparse inattese, al di là di eventuali errori di traduzione, che oggi sono la via scontata per gettare acqua sul fuoco da parte della società. Ognuno gioca la sua partita, ovviamente, e bene ha fatto Max Solari, ieri, a rispondere, sul Corriere
Altro aspetto oggettivo, almeno per ciò che riguarda la gara interna di domenica scorsa col Lucerna, è che, quando l’attaccante ha alzato il livello della propria prestazione, nella ripresa, il gioco offensivo dei bianconeri si è qualitativamente alzato. Giusto toglierlo? Servivano forze fresche per tentare l’assalto finale contro una squadra in salute (il Lucerna, la settimana prima, aveva fermato sul pari lo Young Boys alla swissporarena): Mattia Croci- Torti ha fatto le proprie valutazioni e, ne siamo certi, le avrà spiegate al suo giocatore, in settimana. Il quale, di sicuro, non è per niente soddisfatto del proprio momento attuale: e le sue parole lo dimostrano. 
E adesso? Beh, chi prende Renato Steffen sa cosa si porta a casa: un giocatore talentuoso, e di carattere. Va anche detto che, per salire di livello, l’ambiente deve crescere, sopportando senza particolari contraccolpi situazioni del genere. A Basilea, a Berna, oppure in contesti esteri di spessore, come sappiamo, le pressioni sono a un altro livello. Lo spogliatoio, in questi ultimi mesi, ha perso elementi d’esperienza come Maric, Ziegler e tanti altri, veterani delle stagioni di Europa League e non solo. Della squadra della promozione e della prima stagione in Super League con Zeman in panchina restano solo Sabbatini e Bottani. Renato Steffen è un nazionale, con esperienze in squadre di prima fascia in Svizzera e all’estero. Il resto è conseguenza: ed è per questo motivo che siamo stupiti dello stupore. 
Ora, a parlare deve essere il campo. Oggi è venerdì, e vedremo cosa ci dirà il Crus in conferenza stampa. Domenica si va a Berna, seppure (ancora una volta) con tante assenze. Chi è lo Young Boys, lo sappiamo bene, dal campo sintetico ai giocatori di classe i quali, dopo una lieve amnesia in Svizzera centrale, hanno fatto a brandelli il San Gallo, non proprio l’ultima delle squadre del nostro campionato. Come direbbe Diego Simeone, è il momento di tirare fuori  Los Huevos: e come diceva Nereo Rocco, chi avrà paura, domenica, potrà restare sul pullman.