CALCIO
"Quel diavolo di un Chiasso"
Per Davide Lurati, capo dicastero Sport, è importante guardare avanti con fiducia
Pubblicato il 18.02.2023 10:26
di Enrico Lafranchi
Commenti a ‘muso duro’ a Chiasso. C’è una grande amarezza. Però è brutto ‘sparare’ (“è una vergogna”, “uno scandalo”) su un club che è fallito. Si è parlato di tre milioni di debiti, una ‘montagna’ se riferiti alla squadra di Promotion League – su questo non ci piove - dove è stata retrocessa due anni fa, smisurati anche per la Challenge League. Ovvio che c’erano costi considerevoli da sopportare (trasferte su trasferte nella Svizzera interna, una barca di soldi in stipendi a giocatori e dipendenti…), cifre esorbitanti per una società che si è indebitata fino al collo. È però lecito chiedere a chi oggi è sconcertato, indignato e scandalizzato dove mai era in questi ultimi anni se è vero, e non abbiamo ragione di dubitarne, che gli ‘addetti ai lavori’ non riuscivano nemmeno più a battere cassa presso i “piccoli sponsor” del ‘programma’ (quello delle partite con le formazioni).
Poi c’è da dire che il Riva IV negli ultimi anni è diventato un porto di mare: venivano annunciati a gogò arrivi, partenze e ripartenze di giocatori in un fiume di comunicati-stampa… Inoltre: quanti ticinesi hanno disputato l’ultimo campionato di Challenge 2020-21? Per accertarsene basterebbe spulciare i nomi da alcune formazioni scese in campo. Eccone una, scelta a caso: Safarikas; Conus, Hajrizi, Maccoppi, Affolter, Dixon, Silva, Sifneos, Cortesi, Morganella. Il momò Matteo Martorana, classe 2002, per citarne uno, non è stato convocato per una sola delle 36 partite. E dire che la società ha sempre avuto un occhio di riguardo per i propri giovani.
L’indimenticabile Bruno Bernasconi asseriva in un’intervista: “Abbiamo 250 ragazzi che sono il vanto del nostro movimento giovanile: dobbiamo avere la pazienza di lasciarli maturare”. Il presidente ‘bocciofilo’ (che era subentrato ad Ernesto Parli) sosteneva che “più nomi di nostri ragazzi ci sono, più ci fa piacere e ci dà soddisfazione”. Possibile che non ci siano più i Nicola Albisetti, Luca Bonacina, Mirko e Roberto Negri, Natan Besozzi e Ivan Gentizon di 15 anni prima o giù di lì? Altri tempi, dirigenti d’antan? Riprendiamo una dichiarazione di Maurizio Cattaneo in data più recente: “Il nostro intento è quello di promuovere il movimento calcistico del Mendrisiotto verso il professionismo a medio-lungo termine”.  Cattaneo, oggi membro di comitato della FTC, durante la sua presidenza era stato chiarissimo: “Questa è l’unica via per poter garantire un futuro al nostro glorioso club”. Era anche andato più in là: “Non dobbiamo farci trovare impreparati quel giorno che non sarà più possibile trovare un privato disposto a finanziare a fondo perso questo tipo di attività”. 
Questa è purtroppo la realtà, nuda e cruda, che conosciamo oggi! Ne parliamo con Davide Lurati, capo dicastero Sport e Tempo libero, presidente rossoblù dal 2011 al 2016. Tempi anche i suoi decisamente migliori, in cui l’equilibrio di bilancio è sempre stato determinante.
Lurati come va? 
“Dipende…”.
Da che cosa? 
“Che si parli del Chiasso o di… politica!”
Politica? 
“Sono in corsa per il Consiglio di Stato, in questi due mesi sono bello preso… (auguri!)”.
Possiamo parlare tout court del Chiasso? 
“E come no, mi limito però a dire che il 29 gennaio è stato un giorno molto triste anche per me. Ho fatto punto e a capo, adesso guardiamo avanti”.
Il Chiasso avrà un futuro?
“Al cento per cento. Stiamo vedendo con il comitato dell’Associazione FC Chiasso come procedere”.
Con il Riva IV come siete messi? 
“Dobbiamo rifare la convenzione, la stiamo negoziando con l’Associazione. Il Municipio la scorsa settimana ha avuto un incontro con il loro comitato. Vogliamo fare le cose per bene, abbiamo abbastanza tempo, un paio di mesi. Premetto che sarà una ripartenza a livello locale”.
Sulla gestione dello stadio può anticiparci qualcosa?
“Stiamo appunto discutendo sulla gestione e sull’utilizzo dei campi. Dal punto di vista del Comune i giovani sono molto importanti, ci tengo a sottolinearlo. Dovremo trovare un giusto equilibrio. Non dobbiamo comunque dimenticare che è stato emesso un precetto di 130 mila franchi!”.
Anni fa si era parlato di possibili fusioni possibili (a un certo momento con il Mendrisio). È un tema che potrebbe ritornare d’attualità? 
“È ancora prematuro parlarne, sarà il comitato dell’Associazione ad eventualmente pronunciarsi”. 
Da dove ripartirà “Quel diavolo d’un Chiasso”? Si dovrà per forza scontrare con la realtà del campionato regionale da dove sono ripartiti anche il Bellinzona (dalla Seconda Lega) e il Locarno (dalla Quinta). Bisogna pensare positivamente: “Un po’ di polvere non basta a coprire un fulgido passato, deve anzi essere uno stimolo per l’avvenire. Così è sempre stato e così sarà sempre”. È un ‘pensiero’ del giornalista-scrittore Adolfo Bächtold quando scriveva del Chiasso sul foglio rosa del Corriere, che noi abbiamo ripreso da “Chiasso 80” del caro collega Ruggero Glaus. Forza Chiasso!