CALCIO
Troppi generali, pochi soldati
Il tecnico dei granata Stefano Maccoppi dà ragione a patron Bentancur: oggi trasferta a Losanna
Pubblicato il 19.02.2023 10:02
di Enrico Lafranchi
L’obiettivo del Bellinzona è ora un campionato onorevole, la valorizzazione dei molti giovani di cui dispone. Ci sta riuscendo se parliamo di una squadra fresca di promozione che ha disputato finora un buon campionato, anche se non all’altezza delle attese di Pablo e Pablito. Lo sta facendo con Stefano Maccoppi che con i giovani ha sempre dimostrato di saperci fare nelle squadre che ha allenato.
A Bellinzona, tappa che ritiene importante per la sua carriera, il mister intende misurare le sue capacità dopo essere stato lontano dal nostro calcio per alcuni anni. Ci sta mettendo un grande entusiasmo. Adesso non bisogna più guardarsi indietro, piangere sui tanti punti buttati via in malo modo. È più costruttivo guardare avanti, contare le partite che rimangono da giocare (non sono più 18 di quando si continuava a parlare di promozione…). Le tre sconfitte di fila sono sicuramente dovute a mancanza di autorità, più che a reale merito delle squadre incontrate (Yverdon, Wil, Sciaffusa).
Pablo Bentancur questa settimana ha seguito da vicino gli allenamenti cercando di trasmettere ai giocatori (lo abbiamo visto in mezzo al campo con loro!) un’immagine di serenità e tranquillità. Complimenti al ‘boss’. I giocatori sono apparsi pimpanti, in buone condizioni fisiche e su di giri (e non di certo con il morale sotto i piedi come hanno paventato i soliti uccelli del malaugurio). Un po’ di pressione c’è, inutile nasconderlo. La squadra è in serie negativa, contro lo Sciaffusa ha disputato un match impresentabile, ma non è il primo e non sarà l’ultimo.
Il Bellinzona è in gran parte formato da giovani, era partito molto bene in avvio di stagione sulle ali dell’entusiasmo per la promozione conquistata. Ha lottato caparbiamente, si è battuto alla grande (in campionato come in coppa). Poi ci ha messo del suo la coperta della panchina troppo corta, costringendo l’allenatore a ridurre al minimo i cambi in partita. In più l’infortunio di Cortelezzi, tre gol in tre partite, non ha certamente reso facile la vita a staff e giocatori. La forzata sostituzione di due mister (a conferma che Bentancur non è un “mangia allenatori”, Sesa aveva scelto lui di andarsene, Raineri ha preferito mettersi da parte) ha fatto sì che della bella squadra iniziale ne sia venuta fuori una copia sbiadita (addirittura irriconoscibile di quella che aveva concluso il girone d’andata). Piena di difetti cui deve ora rimediare Maccoppi in carica solo da un mese. L’allenamento di venerdì si è concentrato sui tiri da dentro e fuori area. Contro lo Sciaffusa è venuta in effetti a mancare lucidità sotto porta, per non dire di conclusioni lontane dallo ‘specchio’ con palloni finiti a lato o alti. Bisogna raddrizzare la mira!
Il mister è convinto che i granata siano in grado di giocarsela sia a Losanna (dove all’andata avevano pareggiato), sia al Brügglifeld che era stato espugnato nella dodicesima giornata grazie a un super gol di Dragan Mihajlovic. C’è da sperare che il lavoro certosino di questi ultimi giorni per segnare maggiormente (l’attacco è ora il più debole di ChL) porti buoni frutti già domenica alla Tuilière dove due settimane fa i vodesi hanno rifilato quattro ‘pappine’ all’Aarau. La trasferta è stata preparata come meglio non si poteva. La squadra ha lasciato sabato la Capitale, dove impazza Rabadan, subito dopo l’allenamento mattutino.
 
Mister, come si sono messe le cose in settimana?
“Gli allenamenti sono sempre molto intensi, specialmente i primi tre giorni. È una mia prerogativa, tutta benzina che metti in cascina”.
Per quale motivo i risultati si fanno attendere? 
“Stiamo cercando di dare una mentalità, non dico nuova ma quella che ci vuole per fare dei giocatori di calcio: intensità, determinazione sui contrasti, l’uno contro uno. Cose che purtroppo non sono arrivate in queste settimane. Ma non è così semplice fare ‘salire’ questa attitudine (i giocatori non sono più capaci, come avevamo ripetutamente rilevato a fine andata, di vincere un duello, ndr). A Losanna non possiamo sbagliare assolutamente a livello di atteggiamento!”.
Siete attesi a due trasferte impegnative: 
“Lo sappiamo, dobbiamo essere coscienti di quello che stiamo passando. Quindi coltello tra i denti, baionetta e lottare. Come ha detto bene Pablo Bentancur (giovedì a "Fuorigioco", ndr) ci sono troppi generali e pochi soldati. Sul campo bisogna combattere!”.
Se ne rendono conto i giocatori? 
“Magari non conoscono la storia della grande guerra del “15-18” dove si combatteva con la baionetta. Ho fatto loro l’esempio della trincea in cui se io sparo deve sparare anche quello che mi è a fianco... Se lui scappa, sicuramente moriremo tutti e due (Stefano la mette naturalmente sul ridere: “Dobbiamo morire combattendo” - chiosa).  
A che cosa è imputabile l’atteggiamento diverso passando dal campo in cui si allenano a quello delle partite? 
“Sicuramente è dovuto alla tensione del risultato. Adesso dobbiamo buttarci, guardarci più dietro che davanti. È giunto il momento di fare punti contro tutti”.
Pensi di riuscirci? 
“Sono cresciuto con questa mentalità, la porto in tutte le squadre dove vado. Non c’entra il talento, Maradona non perdeva un contrasto! È tutta questione di attitudine mentale”.
È questa la causa di tanti errori difensivi?
"Sì, errori difensivi, di copertura, di palle e contrasti persi. Dietro devi avere la ‘rabbia’ di non farti fare gol…”."
E davanti? 
“La rabbia del ‘killer’! Gli attaccanti devono riuscire a centrare la porta”.
Fisicamente siete al top? 
“Non prendo le scuse che abbiamo fatto poche partite, è però vero che rispetto alle altre squadre non abbiamo ancora il loro ritmo. Ci arriveremo comunque, ne sono convinto”.
Il morale? 
“È senz’altro buono, abbiamo visto e analizzato senza scomporci tutti gli errori che abbiamo fatto con i renani”.
Avverti un certo timore da parte dei ragazzi quando scendono in campo? 
“I timori cerco sempre di toglierglieli se vedo che il pallone scotta un attimino. Quando non sei al 100 per cento hai magari paura di commettere degli errori, è normale. Le responsabilità sono tutte mie nel fare in modo che siano sempre tranquilli”.
Quando sarà pronto il tuo Bellinzona? 
“Anche se non stiamo bene, lo si vede benissimo, se acquisisci l’attitudine di cui parlavo poc’anzi riesci comunque a sopperire ad altre défaillance (per esempio che hai meno minutaggio). È questo che voglio fare capire alla squadra (è palesemente una questione di testa, ndr)”.
Due trasferte proibitive?
“Diciamo impegnative. Queste sfide mi piacciono in modo particolare. Vogliamo uscire a testa alta, ovvio che un risultato positivo col Losanna ridarebbe piena consapevolezza al gruppo”.