CALCIO
La terra di mezzo salva il Sion
I vallesani sfiorano la "catastrofe" e pareggiano a Winterhtur: ultimo posto evitato
Pubblicato il 19.02.2023 10:01
di Giorgio Genetelli
Quando manca l’erba sotto i piedi occorre scavare, rimettere terra e sperare che tenga. L’ha fatto il Sion che a pochi minuti dalla fine era in piena metafora e in reale vista sull’ultimo posto in classifica, un baratro senza più erba. Sio (nomen omen) ha buttato dentro la palla del pareggio appena prima di cadere, respingendo il sorpasso del Winterthur. L’ha fatto nell’area di porta che a cinque minuti dall’inizio i giardinieri affannati hanno cavato e rimesso a posto, danneggiata com’era dal gelo che nelle scorse settimane pareva raggrumatosi tutto nella Schützenwiese, mentre il resto del mondo già pregustava la primavera. Quella terra improvvisata, da calcio minore degli anni Settanta (abbiamo atteso anche la segatura), ha tradito il portiere Kuster che è scivolato nella via di mezzo, quella che non ti fa stare di qua o di là e ti lascia in balia degli eventi fino al disastro, checché se ne dica.
Meritavano di conservare la vittoria, i Leoni, che maturava sul rigore di Ramizi. Di fronte ha avuto un Sion con Balotelli capitano -  ha perfino rischiato di farsi espellere – e messo così male da Celestini da costringerlo a due cambi ancora prima della pausa. Carlos Varela, collega in tribuna-stampa, l’ha detta tutta: Celestini fa così, toglie due giocatori imputandoli di essere la causa degli orrori della sua squadra per distogliere l’attenzione dalla catastrofe tattica da lui stesso ideata. Uomini fuori posizione, un solo centrocampista difensivo e di manovra (il povero Grgic), ali inesistenti e un Balotelli unica punta che tornava a tentare il tiro da quaranta metri, più volte e senza riuscirci. Il Winti stentava a credere a tanta bontà e ha fatto la sua partita verticale, ma gli errori si annidavano ed ecco quello di Ballet, che perde palla sulla pressione di Cavaré e poi il cross per Sio nella terra di mezzo di Kuster.
Ma che partita è stata? Varela, indimenticata ala polemica e litigiosa fino a sfiorare il romanticismo, ha solo fatto un gesto, agitando le mani come Aldo quando dice “non ci posso credere”. Abbiamo perso anche il treno per un solo minuto, ma più o meno ne è valsa la pena.